I nuovi orizzonti di CheckPoint

Capitalizzando sull’acquisizione di Sofaware, l’azienda fa il proprio ingresso nel mercato delle security appliance, con Safe@Office, e aggiorna Vpn-1 Edge. L’Italia è un’area di particolare interesse, per il suo vasto tessuto di piccole e medie imprese.

24 ottobre 2003 CheckPoint prende decisamente di mira il mercato delle piccole e medie imprese e quello del branch office, lanciando due nuove linee di appliance: Safe@Office e Vpn-1 Edge.
Si tratta, in realtà, dell’evoluzione delle S-box già prodotte dalla sussidiaria Sofaware e ora marchiate direttamente CheckPoint Technologies, il che la dice lunga sulle intenzioni della casa israelo-statunitense. Del resto Jacques Dahan, Semea Regional Director di CheckPoint, non ha nascosto le ambizioni della società: «Il primo obiettivo è di diventare i numeri uno del mercato delle appliance rivolte alle piccole e medie imprese e di quelle per gli uffici remoti». Un traguardo intermedio è quello di raggiungere, a detta del manager francese, una quota del 10% di fatturato attraverso la vendita dei nuovi prodotti. Questo significa vendere appliance per circa 40 milioni di dollari, visto che il fatturato 2002 si era chiuso intorno ai 427 milioni di dollari.


CheckPoint decide quindi di entrare direttamente nel mercato delle security appliance, che tutti gli analisti danno in forte crescita e dove la competizione è molto accesa. Una mossa che non mancherà di creare scompiglio nel settore, non solo sul fronte della concorrenza, che si chiama Cisco, NetScreen, SonicWall, Watchguard e altri, della quale la casa con sede a Redwood City non nega il valore, pur ribadendo la propria forza da “«leader del settore firewall e Vpn», ma soprattutto rispetto ai partner, sui quali CheckPoint ha impostato buona parte della propria strategia di business. Sono oltre 20 le società che montano sulle proprie macchine il software CheckPoint. Secondo Dahan, la maggioranza di queste si rivolge ad altre fasce di mercato, per cui non si pongono problemi di concorrenza diretta. Tranne che con Nokia. Con il partner storico, però, il rischio di scontro sarebbe limitato al segmento dell’ufficio remoto e, nel caso, è stato fissato un gentleman agreement, per cui sarà CheckPoint a lasciare strada all’alleato.


L’Italia, con i suoi 2,5 milioni di piccole e medie imprese, sembra essere il mercato di eccellenza per Safe@Office, ma anche Vpn-1 Edge trova un terreno fertile, secondo Andrea Rizzi, country manager della società in Italia, poiché esiste “«un numero maggiore di quanto non si credi di uffici remoti di grandi aziende che ancora non sono connessi alla sede principale o, quantomeno, non lo sono in modalità sicura oppure lo sono con una rete privata dai costi molti alti».

Anche sul canale di vendita, che per CheckPoint è tutto indiretto, ci saranno delle ripercussioni. Rizzi ha ammesso, senza far nomi, che ci sono importanti novità al riguardo e ha aggiunto che «già gli attuali partner hanno espresso soddisfazione per i nuovi prodotti, che forniscono loro interessanti margini e la possibilità di sviluppare i propri servizi».


Le nuove appliance, infatti, si rivelano particolarmente avanzate sul fronte della gestione, prestandosi a essere gestite da remoto da service provider che possono così arricchire il proprio portafoglio d’offerta sul fronte della sicurezza. Del resto, uno dei motivi del successo delle appliance è proprio la semplificazione della gestione del sistema. Secondo CheckPoint, inoltre, particolarmente interessante è l’opzione di remote management, migliorata insieme all’applicazione Smp (Security Management Portal). Quest’ultima è stata infatti rinnovata, conferendo alle appliance interessanti funzionalità di gestione, come la Vpn one click, che consente la creazione di Vpn site to site e in dial up con «un solo click del mouse». Particolarmente interessante, inoltre, il Dns dinamico, che consente di collegarsi direttamente ad altre reti o viceversa utilizzando un nome di dominio fisso e univoco, pur disponendo di un indirizzo Ip dinamico quale quello fornito da un provider di connettività a Internet. Questi ultimi, a loro volta, hanno uno strumento in più per attrarre clienti, senza contare la possibilità di abbinare alla gestione del dispositivo quella della sicurezza in generale e quindi abbinarvi anche l’amministrazione di servizi avanzati, quali antivirus, content filtering, monitoraggio 24 ore su 24 e così via.


Diversi i modelli disponibili. In particolare, Safe@Office viene fornito in due serie, 100 e 200, che si distinguono soprattutto per il licencing. La prima è formata da due modelli entry level destinati a uffici con 5 e 10 utenti, siglati rispettivamente 105 e 110. Entrambi, a un prezzo di listino di 299 e 599 dollari, forniscono funzionalità firewall e Vpn e sono dotati di 4 porte Fast Ethernet e due Wan (una seriale per il backup della connessione). La serie 200, invece, può supportare fino a 25 utenti (modello 225), oppure un numero illimitato di utenti (225U) e fornisce in più la possibilità di definire una Dmz (Demilitarized Zone) fisica. In altre parole, permette di connettere alla rete server pubblici (Web, email o altro).
Vpn-1 Edge è invece disponibile in quattro modelli. Si va dall’entry level S8 (4 porte Lan e una Wan) per otto utenti, alla serie X, composta da X16, X32 e XU, rispettivamente per 16, 32 e un numero illimitato di utenti.

Anche le prestazioni sono interessanti: Safe@Office è garantito dal costruttore per il supporto di 80 Mbps per le operazioni di firewalling e 20 Mbps per le Vpn, mentre Vpn-1 Edge è capace di fino a 150 Mbps nel firewalling e fino a 30 Mbps per le Vpn. Ma le prestazioni sono frutto del posizionamento del prodotto, in quanto da un punto di vista hardware si tratta praticamente della stessa macchina, come hanno confessato i tecnici di CheckPoint.

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