I nuovi orizzonti di Andreessen

Il fondatore di Netscape ritorna in gioco con il venture capital per dire non più una sola cosa.

Senza venture capital si va avanti male.
Hai voglia a dire che bisogna creare lavoro, ma se non lo si finanzia, da sé non cresce.
E il campo del finanziamento delle nuove intraprese nel primo trimestre dell’anno ha sofferto come non mai, a causa del ben noto andamento che ha riguardato e riguarda il credito.

Qualche nota positiva, però, arriva, e fa capire che se i soggetti in campo hanno una buona fama gente propensa a conferirglielo si trova.
 
È il caso di Marc Andreessen, passato alla storia dell’economia al tempo di Internet come uno che ha partecipato a gettarne le basi, con il primo browser popolare, Netscape.

La capacità visionaria che ebbe, indipendentemente dalla fine che toccò alla sua creatura, gli viene ancora riconosciuta, dato che è riuscito, come riporta il Financial Times, a raccogliere con il suo nuovo fondo (Andreessen Horowitz), 300 milioni di dollari.
Un tesoro, visti i tempi, anche se c’era chi lo dava capace di raccoglierne il doppio.

Ma, primo cappello da togliersi nei suoi confronti, lui e il socio Ben Horowitz hanno preferito chiudere a 300, perché “è una cifra già alta da affidare a solo due persone”.

La seconda nota di merito riguarda la destinazione del fondo. Si legge che Andreessen intenda concentrarsi sulle “idee classiche”, ossia su quei componenti solidi che hanno fatto l’It.
Si parla di storage, networking e di tecnologie, anche consumer che, a detta del manager, non hanno esaurito il loro potenziale se ben adattate alle nuove reti.

E siamo propensi a dargli ragione. In un’epoca in cui si sente la necessità di valori certi, meglio cercarli nel solido che non nell’evanescente. E, anche, meglio concentrarsi su più fronti, tanto chi è pronto a copiarti sarà sempre dietro l’angolo.

Un Andreessen quasi presocratico, quindi, incline a escludere il non-essere, mettendo l’immaginazione al servizio del concreto.
E qualcuno pare lo stia apprezzando.

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