I ministri d’Europa affrontano la questione skill shortage

Ventuno ministri europei si sono riuniti a Lulea (e lo saranno fino a sabato), nel nord della Svezia, per una serie di lavori preparatori al prossimo Consiglio d’Europa, in programma a Stoccolma il 23 e 24 marzo. Tra gli obiettivi primari, c’era la nec …

Ventuno ministri europei si sono riuniti a Lulea (e lo saranno fino a
sabato), nel nord della Svezia, per una serie di lavori preparatori
al prossimo Consiglio d’Europa, in programma a Stoccolma il 23 e 24
marzo. Tra gli obiettivi primari, c’era la necessità di fissare una
linea comune per l’Ue nel campo della cosiddette "nuove tecnologie
dell’informazione e delle telecomunicazioni". La riunione, in
sostanza, si è svolta nel solco delle risultanze del summit di
Lisbona, del marzo 2000, che si è proposto di trovare le migliori
condizioni per favorire una crescita, rispettando il lavoro e la
coesione sociale.
Al centro dei lavori si è trovata, inevitabilmente, la questione
della mancanza di personale informatico specializzato per molte
aziende. I ministri hanno raccomandato, in prima istanza, un
ammorbidimento delle regole sull’immigrazione per gli stranieri
extra-Ue. Secondo statistiche pubblicate dalla Commissione Europea,
la domanda di specialisti in nuove tecnologie passerà dagli attuali
10 milioni di soggetti a 13 milioni nel 2003. Di questi, 800mila
mancano già oggi e il loro numero salirà a 1,7 milioni fra due anni.
La Germania ha fronteggiato l’emergenza con una sorta di "carta
verde" (sul modello di quella americana) in modo da favorire l’arrivo
di almeno 5mila specialisti Itc da altri paesi.
Qualche intervento andrà previsto anche sul fronte della formazione.
Oggi, il 45% della popolazione dei Quindici utilizza un computer, ma
solo il 35% accede a Internet e il 22% dispone di una formazione
adeguata alle nuove tecnologie.

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