I giovani di Confapi vogliono il distretto elettronico

Un’indagine rivela che le imprese guardano ormai con attenzione a Internet e alla possibilità di utilizzarla per le proprie attività

Ai giovani imprenditori di Confapi la parola declino non piace. Sono convinti che le aziende italiane, anche quelle di piccole dimensioni, hanno ancora un ruolo importante ma sono altrettanto certi che le Pmi devono essere interessate da un processo di modernizzazione tecnologica. Per questo puntano a costruire un distretto elettronico che “sappia organizzare le attività delle imprese del sistema Confapi per il tramite di strategie orientate al networking”.
Il distretto tecnologico, prosegue il documento dei giovani imprenditori, potrà consentire alle Pmi di organizzarsi in rete, ottenendo “consistenti economie di scale garantite dall’efficienza delle procedure informatiche, generando quel valore aggiunto che è proprio dei tradizionali distretti industriali, laddove alla prossimità fisica di relazione si sostituisce la contiguità garantita dagli accessi via web”.
L’iniziativa vede come primo passo “la definizione di una piattaforma connettiva che permetta alle aziende di mettere in comune gli acquisti non-strategici. Per il futuro, e per alcuni settori, non si esclude una implementazione che coinvolga anche gli acquisiti strategici”.
Per arrivare alla definizione della piattaforma l’associazione ha voluto sentire la “via voce degli imprenditori” con un’indagine che ha coinvolto 150 imprese alle qualie per iniziare è stato chiesto qual è il loro rapporto con la rete.
Oltre il 60% è dotato di Adsl, un dato confortante ma che può migliorare, e un altro 60% utilizza Internet per le attvità commerciali. Il 38,2% invece non usa la rete per la propria attività, mentre l’1,3% utilizza solo la Rete che diventa in questo modo parte del modello di business.
Il 45,7% si serve del Web per acquistare prodotti e servizi e solo il 6,5% vende prodotti e servizi su internet. Per quanto riguarda le soluzioni adottate il campione è sostanzialmente ripartito tra coloro che hanno optato per apparati personalizzati (32,3%), che hanno scelto configurazioni standard (34,8%) e che non hanno fornito risposta (32,6%).
L’indagine ha esaminato anche le ragioni del “no” all’acquisto o la vendita tramite la Rete. Quasi un’azienda su quattro non acquista sul web a causa della mancanza del “rapporto personale” con il fornitore, altre lamentano la forte difficoltà nel confrontare (o addirittura nel rinvenire) le offerte.
Positivamente controtendenza è invece il dato che limita a un modesto 2,6% la quota di coloro che nutrono dubbi sulla sicurezza garantita dalla rete.
Per la vendita un’azienda su tre preferisce evitarla a causa delle caratteristiche intrinseche del prodotto. Non è ritenuta invece prioritaria la problematica connessa ai costi della piattaforma (un modesto 4%).
In molti sarebbero comunque disposti ad acquistare la cancelleria in rete, oltre il 50% sarebbe propenso a modificare il proprio orientamento a fronte di una sensibile riduzione dei costi di approvvigionamento ma sono poche per ora le aziende che chiedono una maggiore personalizzazione.
Infine, oltre il 20% ipotizza la possibilità di riorganizzazione della struttura di vendita o il supporto derivante dal confluire in un “distretto elettronico” di consolidata esperienza.

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