I dieci anni di Mozilla

Dieci anni fa il primo codice. Cosa ne è del progetto iniziale, cosa riserva il futuro. Ne parla Mitchell Baker, chief Lizard wrangler.

Era l’ultimo giorno di marzo di dieci anni fa quando il codice sorgente di Mozilla fu per la prima volta presentato al pubblico.
Un codice dal quale sarebbero nati progetti quali Firefox, Thunderbird e Bugzilla.

Mozilla intende celebrare il decimo anniversario per tutto il 2008, ma ieri era un giorno speciale e così ha assegnato a Mitchell Baker, Chief Lizard Wrangler, il compito di riassumere non solo dieci anni storia, ma di delineare per quanto possibile anche dieci anni di futuro.
E Baker parte proprio dall’idea, da quella volontà di dar vita a una community open source destinata a sviluppare tecnologie chiave per il mondo Internet.

Dieci anni fa, quell’idea si basava su pochi elementi chiave, alcuni dei quali forse non così determinanti dal punto di vista tecnologico: un codice open source, un gruppo di persone impegnate nelle attività di sviluppo, un gruppo più consistente di persone appassionate all’idea, un sito web e una mascotte.

In dieci anni, quell’idea si è trasformata in un vero e proprio progetto open source, al quale collabora una delle più grandi community mondiali; si è tradotta in altri progetti di ampio respiro, molti dei quali possono oggi vantare milioni di utenti; ha portato Internet a milioni di persone nella loro lingua madre; ha dato vita a un modello sostenibile, con una organizzazione in grado di rispondere a 170 milioni di utenti e capace di essere interlocutore di riferimento per l’industria tecnologica.

Ma Baker guarda anche avanti. I prossimi dieci anni, scrive, saranno anni di opportunità equivalenti a quelli appena trascorsi.

Internet stessa è ormai una realtà e una opportunità. Ma non vi sono garanzie che resti libera e aperta. Non vi sono garanzie che resti lo spazio per la voce di tutti.

In questo scenario, in cui nulla è realmente garantito, Mozilla non vuol essere garante, ma vuole essere lo strumento perché questa visione aperta si concretizzi e resti tale a lungo.
Apertura, partecipazione, sostenibilità, sono le parole chiave scelte da Baker, che parla di Open Web come della piattaforma d’elezione per lo sviluppo di nuove applicazioni: unica alternativa possibile a un mondo fatto di ambienti chiusi e proprietari.

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