I costi dell’e-business

Per il Rapporto Assinform, NetConsulting ha cercato di definire e quantificare il valore del mercato dell’It attribuibile alle soluzioni di e-business in Italia. Nel 2000 sono stati spesi 7.767 miliardi di lire (+102,9% sul ’99). Di questi, oltre tremi …

Per il Rapporto Assinform, NetConsulting ha cercato di definire e quantificare il valore del mercato dell’It attribuibile alle soluzioni di e-business in Italia. Nel 2000 sono stati spesi 7.767 miliardi di lire (+102,9% sul ’99). Di questi, oltre tremila sono relativi alle spese di apparecchiature di Tlc, quasi 3.300 a e-software & service e circa 1.400 all’It. “Le spese calcolate – ha tenuto a precisare Anna Maria Di Ruscio, analista di NetConsulting – valutano solo la filiera e cioè gli investimenti in Crm, marketplace, e-procurement, Scm, siti e portali. Il valore del transato non è stato conteggiato”. L’approccio della domanda all’e-business da parte dei clienti è più orientata alla soluzione completa, per cui il fornitore di tecnologie deve avere capacità di solution provider ed essere in grado di confezionare un set di soluzioni. E in effetti, sono molte le voci relative alle difficoltà riscontrate dalle aziende nell’introduzione di soluzioni di e-business. La prima evidenziata è relativa appunto all’integrazione del front office/back office (81%), alla difficoltà a cambiare l’organizzazione e i processi aziendali (79%), ivi comprese le teste delle persone. Seguono, quindi, la competizione tra la rete di vendita tradizionale con quella Web (66%), una certa arretratezza di clienti e fornitori (65%) e i costi confrontati con i ritorni degli investimenti nell’ambito soprattutto del B2C (39%). Va aggiunto che in questa nuova avventura dell’e-business sono elevate le percentuali relative all’errata valutazione dei costi dei progetti prima e dopo l’implementazione, a causa anche dei tempi di effettiva realizzazione che si dilatano oltre ogni previsione. “Tuttavia – ha concluso Di Ruscio – le aziende hanno capito che le tecnologie se ben utilizzate danno un vantaggio all’attività. Per cui, oggi, l’approccio è più strutturato e le aziende incominciano a fare ordine: partono, con piccoli progetti che poi estendono”.

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