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Huawei, l’intelligenza artificiale guiderà lo sviluppo digitale

Grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel 2025 l’economia 4.0 potrebbe valere 23mila miliardi, quasi il doppio dei 13mila miliardi stimati per il 2017.

Lo sostiene il Global connectivity index, il rapporto annuale di Huawei che misura l’impatto degli investimenti digitali sulle economie mondiali che analizza in dettaglio anche la situazione dei singoli Paesi.

A livello generale gli analisti sono convinti che l’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo fondamentale spingendo le cinque tecnologie abilitanti della trasformazione digitale (banda larga, datacenter, cloud, big data, e IoT). L’espansione sarà trainata dal manifatturiero, Ict e servizi professionali.

La situazione italiana secondo Huawei

Riguardo l’Italia il rapporto afferma che l’offerta di fibre ottiche è relativamente in ritardo e quest’anno le famiglie proprietarie di pc sono scese di un punto percentuale. L’Italia vanta uno dei più alti indici di utilizzo mobile pro capite al mondo, ma le potenti reti 4G italiane sono ostacolate dalla mancanza di copertura. Si assiste però a un miglioramento della situazione con l’espansione della rete Lte da parte dei maggiori operatori con il miglioramento della copertura 4G, del tasso di penetrazione degli smartphone e della velocità di download della banda larga. Sono però necessari maggiori investimenti per servire la crescente base di abbonati soprattutto visto il piano digitale del governo che include anche le zone rurali. Anche l’Italia ha registrato un aumento degli investimenti nel cloud computing.

Il governo italiano ha approvato il suo piano triennale di trasformazione digitale, coordinando circa 4,6 miliardi di euro in azioni di eGovernment con l’obiettivo di rendere le pubbliche amministrazioni più efficienti. Il piano definisce il modello di riferimento per le tecnologie dell’informazione e comunicazione del settore pubblico e una strategia per la trasformazione digitale che dovrebbe consentire notevoli risparmi sui costi e investimenti nell’innovazione e nello sviluppo. I servizi pubblici saranno messi a disposizione dei cittadini e delle imprese in modo semplice, mediante un primo approccio mobile, con architetture affidabili, scalabili e a prova di errore, basate su Api chiaramente definite.

Il problema italiano però sono le competenze digitali. L’Italia, spiega il rapporto di Huawei deve colmare il suo grave divario in termini di competenze visto che la metà della popolazione italiana non possiede competenze digitali nemmeno a un livello adeguato. Ciò può costituire un importante ostacolo allo sviluppo economico del paese.

L’Italia ha anche una bassa percentuale di popolazione con una laurea Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), che ostacola la nazione ad essere un’economia avanzata di alta tecnologia. Nel ranking del rapporto l’Italia è al 28° posto su 79 ed è collocata nel gruppo degli inseguitori. Ma il rapporto piazza la Penisola fra le 11 stelle nascenti, i Paesi che hanno ottime prospettive di crescita sui fronti analizzati.

Prospettive che devono essere coltivate perché l’intelligenza artificiale, con la sua fame di talenti, rischia di allargare il divario fra i Paesi più tecnologici e quelli meno avanzati.

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