Hp si occuperà del supporto su Red Hat

Come Ibm e Dell, il colosso americano realizza una partnership con Red Hat per offrire supporto e servizi a corredo della distribuzione Linux.

19 marzo 2003. La mancanza di competenze e di servizi di assistenza sono i freni maggiori alla diffusione di Linux in azienda. Sono queste le conclusioni di una ricerca commissionata da Hp che ha intervistato un campione di clienti e prospect Linux. I limiti alla sua diffusione, secondo l’89% degli intervistati, non riguardano la disponibilità e l’affidabilità delle applicazioni e l’efficienza del sistema operativo ma, soprattutto, la mancanza di expertise all’interno delle aziende e di servizi di assistenza dei partner tecnologici.

La ricerca è servita da spunto ad Hp e Red Hat per costruire una partnership che prevede che Hp distribuisca il Linux Red Hat e si occupi direttamente del supporto. In verità il supporto rimbalzerebbe a Red Hat ma il cliente si interfaccerebbe solo con il personale di Hp. L’accordo prevede che la distribuzione Red Hat Enterprise sia veicolata insieme all’offerta dei server midrange a due vie con più di 4 Gb di memoria, dei quattro e degli otto vie con memoria fino a 16 Gb.

I termini economici dell’accordo non sono pubblici, ma è indubbio che Hp sia in grado di generare un discreto business su Linux. Già nel 2002 la casa americana ha venduto hardware, software e servizi legati a Linux per circa 2 miliardi di dollari e le intenzioni sono di raddoppiare questa cifra già nel 2003.

La tendenza comune, già abbracciata da Ibm e Dell, è di affidarsi a una distribuzione sola, nella fattispecie tutti sembrano preferire la Red Hat. Come già detto i termini dell’accordo non sono noti, ma è prevedibile che, a fronte di un modesto ricarico legato alla pura vendita della distribuzione, ci sia spazio per fare dei soldi tra servizi professionali e hardware. Il target più appetibile sembrano essere i data center, i file server dipartimentali e gli uffici remoti. Secondo le (poche) dichiarazioni dei responsabili di Hp, l’accordo non è esclusivo, è possibile che si costruisca qualcosa di simile anche insieme al consorzio UnitedLinux per supplire alle mancanze della distribuzione Red Hat.

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