Home healthcare: si può in Italia?

Per Ornella Fouillouze di Sysline l’esigenza esiste e può essere soddisfatta da una Pa più attenta alla tecnologia.

In base a un recente studio dell’Osservatorio sulle Cure a Casa Istud 2011, l’86% dei cittadini italiani preferisce le cure a casa appoggiandosi al supporto di un’assistente familiare professionale. Una parte minima degli intervistati (il 12%) farebbe ricorso al ricovero in una struttura sanitaria nel caso in cui ci fosse l’impossibilità di attivare il servizio a domicilio. Dalla ricerca emerge un altro dato: il 70% del panel verserebbe volentieri al servizio pubblico una piccola tassa, che sia valutata in base al proprio reddito, per poter usufruire delle cure a casa.

Secondo Ornella Fouillouze, Amministratore Delegato di Sysline (Gruppo Gpi) questi dati indicano che il tema della “sanità da casa” è destinato a diventare in maniera crescente un argomento topico nei prossimi anni in Italia e sarà proprio la tecnologia il volano di questa tendenza.
Un elemento su cui la Pa italiana deve continuare a investire per offrire ai cittadini un servizio che sia al passo delle nazioni più avanzate sotto questo punto di vista.

Da casa, per Fouillouze, ci si può informare sulle patologie navigando in Internet: il 71,5% degli italiani, equivalenti a circa 34,4 milioni di persone, ha accesso a un collegamento Internet da casa, in ufficio, oppure in mobilità. Stime recenti segnalano che circa l’81% di questi soggetti si affida alla Rete per reperire informazioni sulla salute, sui medicinali e sulle condizioni mediche, mentre il 47% utilizza il Web addirittura per formulare autodiagnosi, con enormi rischi legati alla problematica della qualità del dato su Internet.

In relazione a questo scenario, per Fouillouze i portali delle aziende sanitarie e degli ospedali stanno sempre di più mettendo in rete informazioni certificate (sul modello Nhs in Inghilterra) e stanno nascendo iniziative istituzionali che mettono a disposizione sui loro portali servizi on-line per il paziente, che facilitino l’interazione medico-paziente.

Il caso trentino
È interessante per l’Ad di Syslune citare, a titolo di esempio, il sistema TreC, frutto di un progetto di ricerca e innovazione promosso dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con la locale Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari sotto la gestione scientifica della Fondazione Bruno Kessler. Si tratta di una piattaforma modulare di servizi che nasce per mettere creare un contatto funzionale tra gli operatori e le istituzioni sanitarie pubbliche della Provincia e il cittadino.
Entro fine anno il TreC si avvierà verso l’uscita dalla fase sperimentale e diventerà per gradi un servizio usufruibile indistintamente da parte di tutta la cittadinanza.
Saranno tutti messi nella condizione di poter pagare e scaricare i propri referti dal Web e di avere un diario della salute personale.
La piattaforma, nel contempo, si arricchirà di nuove funzionalità da realizzare grazie alla sinergia con i medici e le strutture sanitarie per realizzare sperimentazioni di nuovi modelli di erogazione delle prestazioni sanitarie.

Un aspetto che per Fouillouze avrà forti impatti sulla sostenibilità economica della Sanità futura è la possibilità di monitorare i pazienti cronici, da casa o in mobilità, soprattutto quando si tratta di cronici non anziani. Con la diffusione della prevenzione, aumenta il numero di persone in cura che traggono vantaggio da un monitoraggio periodico, dai diabetici agli infartuati, dagli ipertesi agli allergici.

Tutti questi soggetti, se opportunamente coinvolti in un processo di prevenzione attiva, che metta a disposizione nuovi servizi che prevedono sia strumentazione portatile che interazione on-line, possono evitare inutili ricoveri in Pronto Soccorso.

Le nuove risposte assistenziali, come la deospedalizzazione e il consolidamento delle cure domiciliari, richiedono però un forte incremento della flessibilità organizzativa e la ricerca di nuovi strumenti gestionali che assicurino l’appropriatezza degli interventi, la sostenibilità dei modelli, il gradimento dei cittadini, la qualità professionale e l’efficacia degli interventi.
Tutto ciò è chiaramente indicato anche nel Piano Socio Sanitario di Regione Lombardia 2010-2015.

Un’ulteriore declinazione di sanità e casa, di cui si è parlato a fine settembre al Forum Europeo Ambient Assisted living di Lecce, è il supporto domotico riservato alle persone fragili. Si tratta di soluzioni basate su dispositivi e sistemi evoluti, applicabili nelle abitazioni, che utilizzano tecnologie assistive d’avanguardia nei settori della Telemedicina, dell’inclusione sociale, dell’informatica, della sensoristica, dei microsistemi.

Fouillouze è convinta che qualora la Sanità riuscisse a evolvere sempre di più verso la valorizzazione di aspetti come la prevenzione, il monitoraggio e il supporto delle cure da casa, diventerebbe in breve tempo maggiormente sostenibile da un punto di vista economico e aiuterebbe i pazienti a vivere meglio la condizione di malattia.

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