HD e 3D, cinema e Tv spingono alla grande rivoluzione

I due standard tecnologici sembrano ormai destinati a imporsi. In Italia, intanto, lo switch-off del Nord slitta all’autunno

Oramai non c’è dubbio che, favorita dalla svolta digitale, la Tv ad Alta Definizione sia destinata a entrare quanto prima in tutte le case. Tutta la filiera dell’audiovisivo sta concorrendo a questo sviluppo. È disponibile la tecnologia, esistono gli apparati consumer, gli operatori satellitari e quelli via etere hanno dedicato un numero crescente dei propri slot (i transponder del satellite come i multiplex del Digitale terrestre) alla Tv HD: ci credono pure i broadcaster che moltiplicano i canali in questo formato e, dulcis in fundo, quasi tutti i film e gli eventi più importanti sono prodotti o proposti anche nella versione che garantisce la massima qualità video.

Entra in campo anche la Disney
Anche sul 3D i passi in avanti sono stati significativi: la divisione sport di Walt Disney ha recentemente annunciato che a giugno debutterà il canale Espn 3D. L’idea è di mandare in diretta, già al primo anno, un minimo di 85 eventi sportivi. Il debutto dovrebbe avvenire l’11 giugno, con la diretta della partita d’esordio dei Mondiali tra Sudafrica e Messico: il primo di 25 incontri della manifestazione della Fifa prodotti in questo standard trasmesso da Espn. Ma l’offerta di trasmissioni sportive e tridimensionali del canale non si esaurirà con il torneo e la finale di Capetown, ma proseguirà con i Summer X Games (dove X sta per extreme) e poi con incontri e Campionati di Basket e football americano, fino al Bcs National Championship di Glendale, programmato per il 10 gennaio del 2011. La svolta è rilevante perché secondo gli analisti la “sola” offerta di cinema tridimensionale non basta a motivare la produzione e l’acquisto di televisori 3D, mentre la disponibilità di contenuti sportivi di qualità dovrebbe quasi certamente far cadere le ultime barriere e gli ultimi dubbi.

Svolte globali e manovre locali
Cosa succederà a casa nostra? Se fino a qualche anno fa non ci sarebbe stato alcun dubbio sul ruolo della Rai in veste di primo broadcaster nostrano a sperimentare e lanciare la nuova tecnologia, adesso i tempi e le condizioni sono tali da spingere – se si dovesse scommettere – a puntare su Sky come il più probabile pioniere del 3D italiano. La previsione si basa sul preciso posizionamento di mercato della pay di Rupert Murdoch, molto impegnata a far percepire la propria offerta come quella più avanzata e qualitativa del lotto nazionale, ma anche sul fatto che la quantità di bit necessaria alla trasmissione in 3D rende improbabile l’adozione veloce di questo standard sull’etere, che anche in era digitale dispone di meno spazio e di meno capacità del satellite.

Switch-off al nord slittato in autunno
Intanto si sono allungati i tempi per il passaggio definitivo al Digitale terrestre. Sarà solo tra settembre e dicembre che traslocheranno dall’analogico al Dtt le sei aree territoriali di cui era previsto lo “switch” e cioè Piemonte Orientale, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Liguria. In particolare, l’orientamento a posticipare dalla prima alla seconda metà dell’anno il passaggio alla nuova tecnologia di Piemonte Orientale e Lombardia è motivato dal fatto che nei primi sei mesi del 2010 si terranno le elezioni amministrative e i Mondiali di calcio. Non viene escluso, per converso, che possano essere accorciati a 15 giorni i tempi intercorrenti tra switch-over (l’inizio del processo di digitalizzazione con il passaggio al Digitale terrestre di RaiDue e Rete 4) e switch-off (il passaggio al Dtt di tutte le emittenti). L’aspetto positivo di questa decisione risiede nel fatto che per il prossimo autunno dovrebbe nel frattempo essere stato risolto uno dei problemi più importanti emersi nella prima fase di questo epocale processo di cambiamento della Tv italiana. È infatti atteso per le prossime settimane il pronunciamento dell’Agcom sul tema Lcn (Logical Channel Numbering), ovverosia sulla numerazione e le posizioni sul telecomando e sui decoder di reti nazionali, Tv locali, nuove reti tematiche. L’intervento dell’Authority delle Comunicazioni è particolarmente atteso, visto che fino ad oggi non è stata raggiunta l’unanimità dei consensi degli operatori sulle varie ipotesi di autoregolamentazione elaborate dalle varie associazioni di categoria.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome