Hal Ks scommette sulla conoscenza per aprirsi al mondo

Un cambio di direttrici nell’offerta, che oggi punta sul Knowledge management, e programmi di espansione a livello international, sono gli ambiziosi obiettivi dichiarati dal nuovo management della società (prima nota come Hal Informatica). Prevista nel 2002 la quotazione in Borsa.

Il nuovo nome Hal Knowledge Solutions dà subito un’idea del cambiamento di rotta intrapreso dalla società italiana (prima nota come Hal Informatica) che ha avuto una notorietà mondiale quando Ibm, a livello corporate, ha scelto le sue soluzioni per effettuare il cambio di data del 2000 (replicando anche con il cambio all’euro). Dalla sua fondazione, nel 1984, la società si è impegnata a progettare e realizzare strumenti software, ma da qualche anno ha iniziato a investire considerevolmente nello sviluppo di prodotti per la conoscenza. Nel 1998 – ha affermato Tonino Tognoloni, presidente di Hal Ks – era difficile pensare al Knowledge management, a strumenti cioè che fossero in grado di conoscere e controllare i dati e le applicazioni aziendali. Ma oggi, in un momento di frenata generale del mercato, la vision aziendale e le esigenze sono cambiate, in quanto per le società è diventato necessario stare attente ai costi, fare dei tagli, organizzarsi per ottimizzare la produzione. E tutto questo è possibile se la struttura informatica può disporre di strumenti di Knowledge management che siano in grado di gestire tutti i dati e supportare le nuove strategie". In Hal continuano a sussistere gli strumenti per " il fare", ma oggi l’azienda dedica numerose persone a sviluppare il nuovo filone di prodotti supportando la R&D con investimenti che sono pari al 20% del fatturato.

Un nuovo management


Cambiamento di direttrici, quindi, per Hal Ks, che si è data anche un nuovo management. Con l’ingresso di Danilo Rivalta come Ceo e di Niccolò Garzinelli come Coo, entrambi provenienti da Bmc Software, la società si propone di assumere una dimensione internazionale in quanto l’offerta, che al momento vede pochi competitor (Tognoloni ha citato solo Cast e Micro Focus, "gli altri si sono persi per strada o sono spariti"), è di per sé pensata per grandi realtà.


Per l’anno in corso, dunque, sono preannunciati grossi obiettivi che parlano di un fatturato di 13 milioni di euro (al momento realizzati per il 90% in Italia e con i servizi, mentre il presidente prevede per il 2002 una crescita dovuta soprattutto alla vendita di prodotti) conseguiti con un 150 dipendenti e l’apertura di nuovi uffici all’estero.


Infatti, oltre alle sedi nazionali di Milano e Roma, Hal Ks è già attiva in Svizzera, considerata strategica per la forte presenza di corporate internazionali, in Brasile, da dove verrà gestita l’espansione in altre nazioni del Sudamerica, in Bulgaria, dove a Sofia è stata avviata una software factory, (in quanto le competenze tecnologiche locali sono valide e meno costose dell’Italia) mentre per fine anno è in programma l’apertura in Spagna. In Europa le prossime mosse sono in Germania, Francia e Regno Unito. Ma negli obiettivi del management c’è anche la quotazione in Borsa, al Nuovo Mercato (con tempi da definire, ma non prima della metà del 2002), per trovare i finanziamenti necessari a supportare la nuova evoluzione. Nonostante Hal Ks sia sempre stata in grado di autofinanziarsi e sia in attivo, Tognoloni sta cercando un partner finanziario che nel frattempo aiuti la società a conseguire gli obiettivi di crescita. Tra questi Rivalta ha citato l’impegno di incrementare il fatturato con un trend di crescita del 50% annuo, per raggiungere a fine 2004 un valore di oltre 50 milioni di euro con 348 dipendenti. Sempre per quell’anno, il mercato nazionale dovrebbe contribuire solo al 40% del business, mentre la restante quota dovrebbe derivare dalle vendite internazionali, considerando anche il fatto che tra gli obiettivi di espansione di Hal c’è la ricerca di partner commerciali in grado di seguire il Nord America e il resto dell’Europa. Attualmente l’approccio di Hal al mercato è diretto e in parte affiancato da partner per quanto riguarda i clienti più grossi, mentre per le medie e grandi aziende l’approccio è solo indiretto, affidato oltre che ai partner anche al canale, alle società di outsourcing e alle Big 5. Ma nuove opportunità sono previste anche per le Pmi.

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