Gruppo Irpe fra passato, presente e futuro

A coloro che ancora associano Irpe a Opengate è bene spiegare che Umberto Ronzoni, presidente e fondatore della prima, e Pietro Pozzobon, padre putativo del colosso distributivo per il quale è stato da poco dichiarato il fallimento, non s …

A coloro che ancora associano Irpe a Opengate è bene spiegare che Umberto
Ronzoni
, presidente e fondatore della prima, e Pietro Pozzobon,
padre putativo del colosso distributivo per il quale è stato da poco dichiarato
il fallimento, non sono più soci. Precisamente da inizio anno (formalmente
da giugno), quando la partecipazione azionaria dell’uno nella società dell’altro,
e viceversa, è cessata. Detto ciò, Irpe nasce nel 1980 come rivenditore
per poi divenire uno dei principali system integrator di casa nostra. Oggi il
Gruppo, che oltre alla sede di Malnate (Va) è presente a Milano, Pero (Mi),
Torino, Sondrio Venezia e Roma, è una realtà formata da sei società
specializzate nell’offerta di servizi integrati, per un totale di oltre 200 dipendenti
e un fatturato consolidato che nel 2002 ha raggiunto i 36 milioni di euro. Alla
capogruppo, che elabora e gestisce progetti, fornisce consulenze e commercializza
prodotti It, fanno capo Irpe Consulting, che affianca il personale commerciale
in fase di pre vendita; Test, che opera nel settore della manutenzione hardware
multimarca delle apparecchiature installate; Krona, che realizza progetti d’integrazione
e sviluppo; Software Advisors, che si occupa del licensing; Area, che opera nel
mercato del networking. Target del Gruppo sono aziende produttive, chimico-farmaceutiche,
banche, assicurazioni, case editrici e realtà del genere. Tra i vendor
partner, oltre a Microsoft, ci sono Hp, Apple (preponderante agli esordi di Irpe),
Adobe, Veritas, Ibm, Storagetek, Avaya per la parte cablaggio, Extreme Networks
per quella networking. Da quest’anno Irpe, già partner Xerox, opera anche
come suo corporate reseller in area document management. E se fatto 100, a livello
di Gruppo, i servizi pesano per oltre il 35% sul fatturato totale, entro i prossimi
due anni l’intenzione è di arrivare a quota 50%.

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