Governo Robin Hood

Dalla Danimarca alla Cina, come i Governi pensano al software. E l’Italia?

20 novembre 2003 “Rubare” ai ricchi per dare ai poveri? Un sogno utopico, proletario, fondamentalmente umano? Macché, realtà di oggi.
E chi lo tradurrebbe in pratica? Ma i governi, che diamine! E chi, meglio di loro conosce la semantica della prima parola (qualunquismo hic et nunc).
Prendiamo il governo danese. Sta lavorando concretamente a un proprio database pubblico di servizi Web. Per farlo bene ha bisogno di accedere allo schema Xml di molti documenti, fra cui parecchi di Microsoft Office.
Che facciamo? si sono chiesti a Copenhagen…glielo chiediamo a Microsoft?
Consci del fatto che chiedere è lecito e rispondere è cortesia, lo hanno fatto.
E Microsoft, con la sorpresa di molti, ha deciso di rilasciare gli schemi Xml di Office 2003, con lo scopo, dichiarato, di “permettere alle aziende di software di realizzare prodotti che siano più facilmente interoperabili con Microsoft Office 2003” perché se una cosa è libera per uno, è libera per tutti.
Grazie, quindi, al governo danese.
I cinesi, vox populi, non inventano nulla: copiano e copiano bene. Lo sanno bene i nostri piccoli-medi imprenditori, le nostre industrie chimiche e meccaniche.
Al di là delle comunque gravi conseguenze economiche dell’aspetto, non si può non notare che ciò significa che i cinesi sanno individuare un’idea quando è buona, non foss’altro per il fatto che il loro alto numero gli consente di vagliarle tutte.
E l’opensource non è forse una buona idea? Si, tant’è che il prossimo anno un numero variabile tra 500mila e un milione di computer dell’amministrazione cinese monteranno la Java Desktop Suite di Sun, quella con dentro Linux. A Sun arriveranno 50 dollari per licenza, ai cinesi un prodotto che li farà risparmiare nella spesa nelle operazioni office, e ai tradizionali produttori di queste applicazioni, una discreta arrabbiatura.
Vorrà dire che dedicheranno le loro attenzioni a governi sensibili ad altre istanze, come il nostro.

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