Google-Mibac: al via la digitalizzazione della letteratura rara

Obiettivo 500.000 volumi digitalizzati. Uno scan center in “località segreta” per acquisire opere rare delle biblioteche nazionali italiane. La consultazione gratuita via Google Books, Europeana e le biblioteche del Mibac.

Prende vita l’accordo di collaborazione siglato ormai due anni fa tra Google e il Mibac, Ministero dei Beni Culturali, per la digitalizzazione di 500.000 testi rari conservati nelle biblioteche nazionali italiane e raramente prestati per motivi di cautela e di salvaguardia dell’integratà dei volumi.

Google si sta facendo carico della digitalizzazione delle opere, partendo dal patrimonio della Biblioteca Nazionale Centrale di
Roma, per poi proseguire nel mese di febbraio con quello della Nazionale Centrale di Firenze e arrivare ad aprile con i volumi della Vittorio Emanuele III di Napoli.

Le attività di digitalizzazione si svolgono in uno scan center appositamente realizzato in una località mantenuta segreta per evidenti motivi di prudenza, ma che il Mibac ha richiesto si trovi in territorio italiano.

Le opere in fase di digitalizzazione sono quelle del patrimonio letterario italiano del periodo compreso tra il Seicento e l’Ottocento e includono, tra gli altri le primissime edizioni de La secchia rapita di Alessandro Tassoni e dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il libretto della prima rappresentazione de La Traviata di Verdi a Venezia nel 1883 e de La Dafne di Ottavio Rinuccini.

Così come già fatto oltre 40 biblioteche del mondo, dieci delle quali in Europa, Google renderà liberamente consultabili i volumi digitalizzati via Google Books, Europeana,
Cultura Italia e sui siti delle biblioteche e del Mibac:
i primi volumi saranno disponibili entro i prossimi due – tre mesi, mentre si dovrebbe arrivare nel giro di un paio d’anni a 340.000 testi.
Il progetto, per altro, potrebbe ampliarsi ulteriormente fino a coprire un patrimonio di un milione di volumi.

Per quanto riguarda la scelta dei testi, la Biblioteca di Roma si e’ concentrata sulle collezioni dei Gesuiti e
dei Francescani, Firenze ha prediletto le arti dello spettacolo, con il
Fondo Magliabechino e il Palatino, Napoli, infine, il Fondo Farnese, l’Aosta,
ricco di opere di storia e viaggi, e il Lucchesi Palli specializzato in
musica e teatro.

Quanto agli investimenti, il primo modulo del progetto è costato 2 milioni e 300 mila euro, dei quali 2 milioni sono in capo al Dipartimento per l’innovazione della Presidenza del Consiglio e il resto dal Mibac.

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