Google fa le mappe delle città in 3D

Impiegando innovative tecnologie di rendering, Google genera automaticamente viste tridimensionali delle città sfruttando immagini aree a 45 gradi. L’obiettivo è il mobile.

Con un intervento pubblicato sul “Lat Long Blog“, Brian McClendon – ingegnere di Google – ha svelato, almeno parzialmente, quelli che sono i piani futuri della sua azienda per ciò che riguarda il servizio Maps.
La nota di McClendon sembra essere la risposta alla decisione di Apple
di abbandonare Google Maps sui suoi dispositivi mobili a cuore iOS.

Un
passo importante per il miglioramento dell’esaustività,
dell’accuratezza e dell’usabilità delle nostre mappe poggerà sulla
modellazione in 3D del mondo intero
“, scrive McClendon. “A
partire dal 2006 abbiamo iniziato a rappresentare in 3D i principali
edifici delle città su Google Earth; oggi siamo pronti per portare le
viste tridimensionali di intere aree metropolitane sui dispositivi
mobili
“.

L’ingegnere del colosso fondato da Larry Page e
Sergey Brin spiega come l’azienda abbia già nelle sue mani un importante
tesoro: impiegando alcune innovative tecnologie per il rendering, i
tecnici di Google sono in grado di generare automaticamente viste
tridimensionali delle città sfruttando immagini aree a 45 gradi.

Entro la fine dell’anno porteremo in 3D città che, complessivamente, hanno una popolazione di 300 milioni di abitanti“, ha aggiunto McClendon. “Non creeremo mai una mappa perfetta ma riusciremo ad avvicinarci molto più di quanto non accada oggi“.

Google
è determinata, poi, a proseguire con l’aggiornamento del già ricco
archivi di immagini panoramiche (a 360 gradi) offerto dal servizio Street View.
In dotazione ai tecnici della società è già stato messo a disposizione
un nuovo “zainetto” dotato dell’apparecchiatura fotografica necessaria
per raccogliere immagini nei luoghi più difficilmente accessibili (nella
foto a lato). “Lo zaino ci consentirà di scattare foto ad alta
risoluzione, ad esempio, nel Grand Canyon e caricarle su Street View
cosicché chiunque possa esplorare virtualmente questi luoghi
“, ha spiegato McClendon.

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