Gli imprenditori italiani fuggono verso Balcani e Nord Africa

Crisi finanziaria, fisco più favorevole e costo del lavoro nettamente più contenuto sono le ragioni che, secondo Unimpresa, dopo le grandi aziende stanno ora spingendo le Pmi del nostro Paese a delocalizzare la produzione industriale.

Serbia, Montenegro, Croazia, Slovenia. E a seguire
Egitto e Tunisia
. Sono le mete preferite degli imprenditori italiani, specie
quelli del Mezzogiorno ma anche del Nord Est, che hanno deciso di portare via
dall’Italia pezzi rilevanti della produzione industriale e dell’economia. Un fenomeno, che secondo uno studio di Unimpresa, è cominciato qualche anno fa e che ha subito
un’improvvisa accelerazione a causa della crisi finanziaria e della recessione. Fisco
più favorevole
e costo del lavoro nettamente più contenuto sono le due ragioni
principali che spingono le imprese del nostro Paese a fuggire verso i Balcani e
il Nord Africa.

Secondo la ricerca, molti imprenditori, nel pieno della bufera internazionale,
si sono trovati a un bivio: chiudere o continuare la loro attività fuori dei
confini nazionali, dove un contesto economico assai diverso favorisce
l’insediamento di nuovi impianti industriali. Sgravi fiscali e incentivi di
varia natura attraggono sempre di più le aziende italiane
. Una vera e propria
emigrazione che ha preso il via con alcuni grandi gruppi industriali e adesso
sta interessando anche realtà nel settore delle piccole e medie imprese. A
forte rischio c’è l’attività di trasformazione agricola e l’industria
conserviera
. Col risultato che sulle nostre tavole arrivano prodotti made in
Italy lavorati in questi Paesi.

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