Gira l’Olanda

Non è il Web che fa paura, ma l’utilizzo che se ne fa.

Il processo di integrazione tra Internet e televisione c’è. Da noi ci crede il broadcaster di stato.

Allo Iab Forum la Rai ha anticipato alcuni servizi che dal Web saranno disponibili in tv tramite digitale terrestre. L’Ad di RaiNet, Piero Gaffuri, ha tranquillizzato: fruirne diventerà una cosa semplice, riuscirà a farlo anche quella fascia di popolazione, anziana, ancora lontana dall’avere confidenza con il mezzo digitale.

Rai Replay (le trasmissioni degli ultimi sette giorni, su Web) arriverà così anche in tv, rendendola definitivamente on demand. Meglio: “on rimand”.
Chiaro esempio di un processo di innovazione che dal Web atterra in Tv.
Parallelamente in Olanda il nuovo governo pensa che se la tv pubblica fa notizie su Web crea una situazione di concorrenza sleale. Motivo per cui in futuro dovrà limitarsi a produrre solo i classici contenuti che le pertengono.
Nella posizione olandese è stata vista la volontà di tutelare il settore della stampa, che deve gestire il passaggio al digitale. Peraltro il presupposto ha senso: la tv di stato beneficia di finanziamenti pubblici, la stampa no.
Un Web a porte chiuse per la tv, quindi, crea un singolare disallineamento interpretativo in un ambito europeo che sarà interessante tenere d’occhio.
Viene in mente un antico detto lombardo, “gira l’Ulanda che l’America l’è granda”, ripreso nel 1977 da Enzo Jannacci in “Secondo te che gusto c’è”, che simboleggiava l’invito a togliersi di mezzo.

La partita, allora, è fra chi lo deve fare dal Web: per gli olandesi è la Tv.
Per noi chi è?

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