GFI offre alle Pmi il cloud “ibrido”

La società propone un approccio alla sicurezza e alla messaggistica che permetta di sfruttare i vantaggi del cloud senza però dover smantellare l’infrastruttura esistente.

Secondo GFI, il cloud computing può offrire enormi vantaggi alle piccole e medie imprese. Ma per avvalersene, le Pmi non devono eliminare l’infrastruttura esistente. Possono invece seguire un “approccio ibrido” alla sicurezza e alla messaggistica.

Infatti, il dubbio che esprimono molte Pmi è come raccogliere i benefici del cloud computing senza smantellare la propria dotazione It o dover affrontare i rischi relativi ai servizi basati su cloud. Il dilemma sta nel decidere quale sia il migliore modello di delivery. La risposta che suggerisce GFI sta nella combinazione di entrambi.

L’approccio ibrido consente a un’impresa di passare a seconda delle necessità dalle soluzioni cloud a quelle on-premise con relativa semplicità, o ancora di adottare un set-up che possieda entrambe. Le Pmi beneficiano inoltre di una protezione in profondità, continuità di business e ridondanza, cosa non sempre scontata con il modello di delivery non ibrido, sottolinea GFI.

Il metodo ibrido suggerito da GFI si fa carico di molte preoccupazioni che le Pmi possono avere, consentendo di scegliere la soluzione necessaria per proteggere la rete, il server di posta e/o gestire gli archivi, indipendentemente dal fatto che siano in modalità hosted o on-premise. Talvolta, potrebbero avere bisogno di una combinazione di entrambe.

A confermare questa tesi, una ricerca commissionata da GFI afferma che poco più della metà delle Pmi negli Stati Uniti utilizza uno o più servizi hosted/gestiti. Il 56% sostiene di avvalersi di questi servizi per la scalabilità e la semplicità di accesso a Internet, mentre il 46% punta alla riduzione dei costi che ne deriva. Un’implementazione più rapida è uno degli elementi chiave (43%).

Tuttavia, la possibilità di intraprendere una scelta di questo tipo dipende dalle garanzie offerte dai fornitori hosted in termini di performance delle applicazioni, mancanza di privacy/sicurezza dei dati e system failure/ridondanza (lo sostiene il 62% degli intervistati). Poco meno della metà (47%) afferma che la personalizzazione dei servizi rappresenta inoltre una forte preoccupazione.

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