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La gestione del dato è al centro del mondo di NetApp

Sempre più software per NetApp, che prosegue nel suo cambio di pelle.

Associata da sempre al mondo Nas, oggi l’azienda sta cercando di mettersi alle spalle l’hardware per parlare di public cloud, nuovi servizi per la nuvola e tecnologie per l’iperconvergenza.

Gli annunci di qualche giorno fa si inseriscono all’interno della strategia Data fabric, che ha permesso alla società di passare da quotazione azionaria di circa 20 dollari a 69 nel giro di tre anni.

Attraverso Data fabric, come spiega il country manager italiano Marco Pozzoni, “NetApp punta ad assicurare la movimentazione e la sicurezza dei dati indipendentemente dalla fisicità del dato che può essere on premise o nel cloud. In questo modo le soluzioni di NetApp permettono di gestire il dato in modo da costruire un unico database con il dato che è in grado transitare a livello edge o core o essere spinto o ripreso dal cloud“.

NetApp in partnership con Google Cloud

L’annuncio più importante riguarda la partnership con Google Cloud. “Si tratta di un accordo importante – sottolinea Pozzoni – perché anche Google, dopo Aws e Azure, va a utilizzare i servizi di NetApp di file sharing implementati sulla nostra tecnologia della società grazie alle prestazioni e alla data protection”.

Sincronizzazioni automatiche, copie NetApp Snapshot e cloni rapidi supporteranno un flusso libero di dati, consentendo agli sviluppatori di accelerare la creazione dello spazio di lavoro e la costruzione dei cicli.

Roberto Patano, NetApp

NetApp ha introdotto anche una soluzione evoluta di file sharing che va oltre le soluzioni proprietarie proposte dai tre big della nuvola. “Queste soluzioni – spiega Roberto Patano, Senior Manager solution engineering di NetApp – erano carenti relativamente alla richiesta del cliente sulla sicurezza del tipo di performance. Questo limite è stato superato con performance predictable e la semplicità di gestione. Il cliente compra nel cloud le risorse di cui ha bisogno per attivare nuovi servizi. Un modo semplice per essere competitivi sul mercato perché apre al cliente la possibilità di utilizzare tutti i servizi di Google cloud, Aws o Azure”.

Altro annuncio riguarda l’introduzione nella soluzione di storage a oggetti di NetApp della possibilità non solo di posizionare l’informazione e distribuirla, che già era possibile, ma “di garantire su determinate tipologie di dati che le informazioni non siano modificate. E quindi di essere in linea con il GDPR”.

Per quanto riguarda la tecnologia flash connessa al cloud, che alimenta l’intelligenza artificiale e le applicazioni ad alta capacità di calcolo, NetApp ha presentato il nuovo AFF A800 è la prima piattaforma enterprise NVMe end-to-end a ottenere una latenza costante inferiore ai 200 microsecondi dall’application host fino al data storage.

La tecnologia San viene accelerata con un aggiornamento software per NVMe-over-Fibre Channel per sistemi selezionati basati su Ontap.

Il footprint dello storage viene ridotto con il supporto dei dischi Ssd da 30 Tb e soddisfa i requisiti di privacy del Gdpr grazie all’eliminazione selettiva dei dati. Con l’obiettivo di garantire la sicurezza è presente infatti una funzionalità che rende sicura la cancellazione delle informazioni.

Nell’integrazione con il cloud la società ha pensato a nuovi servizi intelligenti per ridurre ulteriormente il Tco.

La funzione FabricPool esegue automaticamente il tiering dei dati cold dallo storage primario ad Aws e Azure, riducendo i costi di capacità. Inoltre, NetApp Active Iq offre nuovi analytics basati sul cloud che prevedono le future esigenze di performance e identificano i dati non protetti per ottimizzare le operazioni.

In questo modo – osserva Patano – c’è la possibilità di spostare blocchi non utilizzati di storage all’interno nel cloud anche sui blocchi e le informazioni in produzione. Se voi pensate alla congiunzione di questa possibilità con le soluzioni flash si ottiene una riduzione dei costi delle soluzioni io riesco ad andare a comprare le risorse pregiate e veloci per le applicazioni che richiedono performance nella misura necessaria perché quello che non viene utilizzato in maniera automatica viene portato all’interno del cloud. In questo modo il cloud diventa la soluzione principe di archiviazione dei dati”.

Gli analytics invece permettono di non limitarsi alle statistiche, ma a consultare un servizio predictive disponibile su tutte le famiglie di prodotti per migliorare qualcosa all’interno della soluzione e verificare le performance che possono essere migliorate.

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