Germania: dietrofront su Linux

Il Ministero degli Affari Esteri tedesco torna indietro: da Linux passa a Windows. Xp.

Sta facendo scalpore la decisione del Ministero degli Affari Esteri tedesco di abbandonare Linux per tornare a Windows.
A Windows Xp per la precisione.
Una retromarcia clamorosa, soprattutto perché il “caso Germania” per anni ha rappresentato una vera e propria best practice per l’adozione dell’open source nelle pubbliche amministrazioni.

Il motivo del voltafaccia, secondo quanto riportano le cronache, sarebbe da ricercarsi nelle critiche da parte degli utenti, nei problemi di interoperabilità e in una diffusa percezione dell’intera piattaforma come complessa e onerosa.
Tutto questo, nonostante la società di consulenza McKinsey, che ha accompagnato il Ministero nel suo percorso nel mondo open source, si dica tuttora convinta che la scelta Linux è quella che ha consentito al Ministero di spendere meno di tutte le altre strutture federali tedesche e che per superare i problemi identificati da parte degli utenti, e nello specifico quelli di interoperabilità, in fondo basterebbe aggiornare tutti i desktop all’ultima release di OpenOffice.

Due perizie non sono state sufficienti.
Così, la sorprendente decisione: si passa a Windows Xp, con l’obiettivo di pianificare una successiva migrazione a Windows 7 e Office 2010.
La decisione, secondo i documenti che circolano in rete, risalirebbe all’agosto dello scorso anno, anche se la migrazione avrà luogo nel corso di questo 2011.
All’inevitabile interrogazione parlamentare seguita alla diffusione della notizia, i responsabili del Ministero rispondono con una serie di rassicurazioni piuttosto generiche: il passaggio a Xp non comporterà l’aumento di costi indiretti e produrrà benefici in termini di efficienza.
Il resto comincia già a essere storia.

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