Generazione T

Presto o tardi il touch sarà l’erede del mouse.

Interessante la chiave di lettura offerta da Gartner sul tema della tecnologia touch (con riferimento a iPad, slate pc, tablet e dintorni) e del suo rapporto con il fattore generazionale.
In sintesi l’analista ha detto che da qui a cinque anni la metà dei dispositivi per gli utenti “teen” sarà dotato di tale tecnologia, ma che l’impatto sarà inferiore se si guarda ai sistemi professionali.

A naso verrebbe da dire che nel primo caso gli analisti sono stati anche cauti.
Nel mondo consumer questa tecnologia sta prendendo piede in modo convinto.
Vien da parodiare un vecchio tormentone della Gialappa’s dicendo che i giovani utenti di Ict non “la toccano piano”, anzi.

La cosiddetta user experience oggi esce dalle stanze del marketing e va per la strada a costruirsi il consenso. Così come il mouse è entrato nel quotidiano, anche il comando a tocco è sulla via di diventare un elemento di base.

E se è vero, come ha rilevato recentemente comScore, che in Italia già oggi gli utenti di smartphone sono 15 milioni (e sappiamo quanto il tatto sia nel futuro di questi dispositivi) significa che c’è un esercito pronto a imbracciare l’arma del touch su qualsiasi cosa che somigli a un computer.

Gartner, giustamente, richiama all’ordine osservando che l’uso del tatto si deve confrontare con una scala di prezzi che ancora riesce a segmentare gli utenti.
Ma abbiamo imparato che le tecnologie sanno ridimensionare in fretta le differenze di valori.
Diamogli tempo, quindi, ma nemmeno poi tanto. E si delineerà una nuova generazione, di “touch native” che fra le altre cose avrà la responsabilità di soppiantare quella, eternamente emergente, dei digital native.
A ciascuno il suo successore, un po’ epigono, un po’ no.

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