Gartner: Windows XP? Sbarazzatevene

Secondo la società di ricerca, la permanenza nelle organizzazioni aziendali di macchine con Windows Xp a bordo è un problema. Da risolvere con qualche accorgimento.

Quando mandanco meno di 24 ore al D-Day, al giorno in cui per Microsoft cessa ufficialmente e definitivamente il supporto per Windows Xp, la situazione, soprattutto sul fronte delle imprese, è tutt’altro che rosea.
Al di là delle cifre di cui abbiamo parlato la scorsa settimana (secondo NetApplications il sistema operativo più longevo della storia di Microsoft è tutt’ora installato sul 27,69 dei pc in circolazione) secondo Gartner sono moltissime le organizzazioni nelle quali esistono e resistono tuttora macchine con Windows Xp a bordo.
Secondo l’analista Michael Silver, in alcune realtà – e cita esplicitamente gli ospedali – ci sono addirittura macchine con Windows 95, mentre nelle grandi imprese ancora sopravvive almeno un 10 per cento di macchine su Xp.

In questa situazione, non c’è che una scelta da fare, secondo Gartner: sbarazzarsene al più presto.
E qualora l’ASAP non equivalga a immediatamente, è fondamentale ridurre i diritti d’uso sulle macchine, ovvero autorizzare solo poche e ben note applicazioni, minimizzare la navigazione web e l’utilizzo dell’email.
Le applicazioni critiche devono essere spostate così che gli utenti siano abilitati a un utilizzo via server.

Resta il problema della compatibilità delle applicazioni: sebbene oggi la maggior parte delle applicazioni possa essere utilizzata in ambiente Windows 7, è chiaro che qualcosa potrebbe non esserlo: l’application testing è una attività non più procrastinabile.

Parimenti, laddove migrazione ci sia, è chiaro che la domanda è se valga la pena puntare su Windows 7 oppure direttamente a Windows 8.1.
Silver è chiaro su questo punto: un deployment su Windows 7 è senza dubbio più veloce rispetto al nuovo sistema operativo. Ma i problemi di longevità persistono e tra sei anni, vale a dire nel 2020, di nuovo l’azienda si troverà ad affrontare il tema della fine del supporto.
Un minimo di lungimiranza non guasterebbe.

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