G Data: quando la frode passa da Facebook

Il marchio Media Markt come esca, il social network come veicolo. G Data spiega come la truffa corre oggi sul Web.

È un caso di frode quello scoperto da G Data e ha come protagonisti il gruppo Media Markt da un lato e Facebook dall’altro.
La frode, infatti, utilizzava il marchio Media Markt come richiamo e Facebook come veicolo di diffusione.

Sfruttando la notizia che Media Markt ha aperto il suo primo shop di e-commerce, i criminali informatici hanno diffuso via Facebook alcuni annunci, promettendo un buono regalo del valore di 50 euro, invitando gli utenti a visitare siti come mm-gutschein.info, tutti riconducibili a
Ralph Berger e alla sua azienda EnergizeYourWeb AG, le cui attività erano finora collegare a concorsi tramite servizi di abbonamento per i possessori di un cellulare.
I siti, se pure non contengono direttamente malware, consentono però a Ralph Berger e alla sua azienda di ricavare illeciti guadagni poiché integrano annunci forniti da ad.yieldads.com che, attraverso uno short link bit.ly, rimanda ad un sito che offre incontri con giovani donne.

Per gli utenti il danno è duplice.
Oltre a essere indirizzati su siti fasulli, non hanno alcuna chance di ricevere il buono da 50 euro, così come indicato nell’annuncio.
Da parte sua, Media Markt ha pubblicato un avviso sulla sua pagina ufficiale in lingua tedesca, mettendo in guardia gli utenti.

G Data, che ha seguito l’episodio per comprenderne la genesi e identificare i responsabili, raccomanda, oltre all’utilizzo di una soluzione completa di sicurezza, di prestare massima attenzione ai messaggi in lingua straniera e alle proposte speciali, ricordando che i domini utilizzati per questo genere di truffe sono sempre più credibili e traggono facilmente in inganno poiché utilizzano
una combinazione di parole chiave legate all’argomento principale: nel caso di Media Markt il nome del rivenditore di prodotti elettronici e il buono regalo.

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