Furto di identità, il cliente se ne va

Un’indagine di Unisys dice che un consumatore europeo su due è disposto a cambiare banca pur di mettere al sicuro le proprie transazioni.

Quasi un caso di strategia aziendale, dal tema “come i costi dell’insicurezza potrebbero farci perdere i clienti?”


Unisys ha condotto una ricerca mondiale sul tema del furto delle identità (con interviste telefoniche condotte fra giugno e agosto di quest’anno), che in Europa ha coinvolto 3mila persone in Francia, Germania e Regno Unito, e che ha fatto scoprire che la metà dei consumatori di questi Paesi, per l’esattezza il 51%, teme un eventuale uso fraudolento del proprio conto bancario o della carta di credito.


Tanto che il 39% degli intervistati sarebbe disposto a cambiare banca pur di ottenere maggiori garanzie di sicurezza (i tedeschi nella misura del 49%).


Peraltro, il maggior numero di attacchi a scopo fraudolento, con conseguente furto di identità si è registrato nel Regno Unito dove l’11% degli intervistati dichiara di esserne stato vittima, contro l’8% dei francesi e il 3% dei tedeschi.


Nel complesso, la perdita di denaro e il rischio che altri commettano crimini assumendo la propria identità sono le preoccupazioni principali degli europei (27% degli intervistati): gli inglesi temono maggiormente il rischio di crimini (35%), i francesi per il 30% la perdita di denaro, come i tedeschi, nella misura del 34%.


I sistemi biometrici (scansione dell’iride o rilevamento delle impronte digitali) sono gli strumenti anti-frode preferiti dai due terzi degli europei (66%), seguiti da token di sicurezza (41%), smart card (40%) e password multiple (30%).


Su scala globale l’indagine sul tema della contraffazione dei dati bancari ha interessato i consumatori di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Brasile, Messico, Australia e Hong Kong, per un totale di 8.339 intervistati, di età fra i 18 e i 65 anni.

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