Forte il divario tra le regioni italiane

Presentato il Secondo Rapporto sull’informatica nelle regioni italiane, realizzato da Assinform in collaborazione con NetConsulting.

12 maggio 2004 E’ stato presentato in questi giorni il
Secondo Rapporto sull’informatica nelle regioni
italiane
”, realizzato da Assinform in
collaborazione con NetConsulting.
Secondo quanto emerge dal
rapporto, a fronte di un mercato nazionale in calo del 3,2%, anche lo
scorso anno le regioni del Nord sono da un lato quelle che hanno
continuato a esprimere la domanda più forte, ma che nel
contempo hanno più pesantemente risentito del clima difficile.  
Su
un mercato valutato 19,4 miliardi di euro, il Nord Ovest ha
pesato per oltre 7,5 miliardi (pari al 38,7% della domanda nazionale
complessiva), cifra che in ogni caso rappresenta un calo del 3,6% rispetto
all’anno precedente.
Le regioni del Centro hanno generato una domanda pari al
24,1% del mercato complessivo, attestando si 4,7 miliardi di euro, in calo del
2,5% rispetto al 2002.
Il Nord Est genera 4 miliardi di
euro, pari al 20%, in questo caso in calo del 3,5% rispetto al 2002, mentre il
Sud ha generato una domanda per 3,1 miliardi di euro, in calo
del 2,8%.
Al di là di questi dati d’insieme, il rapporto punta deciso
l’indice contro il divario tuttora esistente tra la spesa di
informatica
per occupato tra le diverse regioni.
Se la media
nazionale è pari a 880 euro
, le regioni del Sud sono quelle meno
disposte a spendere, con valori che vanno dai 372 euro della Sardegna ai
607 della Campania, contro i 1284 della Lombardia, i 1006 del Piemonte, i 933
dell’Emilia Romagna e i 1479 del Lazio.
Tra gli altri indicatori presi in
esame dal rapporto, l’analisi della percentuale di spesa informatica sul
Pil regionale
vede solo quattro regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte ed
Emilia Romagna) collocarsi al di sopra del valore medio nazionale (1,65%),
confermando di converso il ritardo di alcune regioni del Centro e del Nord, come
la Liguria (1,17%), le Marche (1,21%) e in parte anche del Veneto (1,47%) e
della Toscana (1,36%).
Una lettura ancor più di dettaglio sulle dinamiche di
spesa evidenzia come il rallentamento delle regioni del Nord
Ovest
sia determinato dalla concentrazione nell’area delle aziende
dell’industria e dei servizi bancari e finanziari, che nel corso del 2003 sono
quelle che più hanno contenuto gli investimenti in information
technology. 
Per quanto riguarda il Centro, il ruolo
predominate spetta ancora al Lazio, secondo nella
classifica nazionale delle regioni per spesa informatica con oltre 3 miliardi di
Euro, pari al 15,69% del mercato italiano. Il rapporto sottolinea come  la
spesa It del Lazio è calata meno della media nazionale anche grazie al volano
della spesa delle Amministrazioni e di una proporzione maggiore di aziende dei
servizi.
Nel Nord Est in testa si colloca l’Emilia
Romagna
, con oltre 1724 milioni nel 2003, che comunque
rappresentano un calo del 3,8 %. Il Veneto segue con 1566
milioni e come l’Emilia Romagna accusa il rallentamento degli investimenti
nell’industria, e soprattutto delle Pmi.
Infine, il Sud
presenta una situazione di mercato un po’ meno toccata dalla flessione del
mercato nazionale dell’informatica ma difficile. Se da un lato è vero che i
mercati di Campania e Puglia si confermano importanti (rispettivamente con il
5,18% e il 3,24% del mercato nazionale), d’altro lato è altrettanto vero che al
Sud sono le regioni con il calo di investimenti It più brusco nel 2003 – Abruzzo
(-5,2%) e Sardegna (-6,2%) – e con i più bassi indici di investimento in
capitale tecnologico.

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