Focus sui costi per Tech Data

Il presidente Emea Graeme Watt spiega le direttive del quartier generale. A rischio i vendor marginali

In Tech Data si lavora di forbici. L’input dal quartier generale è infatti di potare dove possibile. A Graeme Watt, presidente Emea di Tech Data, spetta il compito di illustrare il nuovo corso della società che sta afforntando un mercato “impegnativo” per il quale “si nutrono però migliori aspettative” e che tra l’altro vede l’Europa del sud in una situazione migliore rispetto al nord dove si viaggia ancora a velocità molto basse. Per tutti comunque il focus è sui costi che devono essere compressi al massimo ricorrendo anche a forme di lavoro temporaneo, blocco del turn over dei dipendenti e altre misure che per l’Italia arrivano fino al subaffitto di parte del nuovo magazzino recentemente acquistato accanto al quartier generale di San Giliano e che per il breve periodo si prevede non possa essere sfruttato al massimo della capienza. Tenere bassi gli inventari, controllare i costi di magazzino e occhio ai finanziamenti sono le altre leve citate da Watt che parla anche di utilizzo intenso delle videoconferenze per risparmiare sui costi di viaggio Grande attenzione ai margini e contatti continui fra le varie country per scambiare “best practices” o idee di business completano il quadro della reazione di Tech Data di fronte a un mercato in ripiegamento.

Di questa strategia fa parte anche l’attenzione verso il commercio elettronico che in Italia deve crescere ulteriormente. L’obiettivo di Paolo Strina è infatti di fare transitare on line il 45% del giro d’affari di Tech Data Italia. Per raggiungere l’obiettivo la filiale di San Giuliano Milanese sta lavorando molto con i corporate dealer per implementare soluzioni Xml che permettano l’integrazione dei sistemi. “Non so quando ci sarà la ripresa – spiega Graeme Watt – opinione comune è che arriverà dopo l’estate, ma non è detto. Sono sicuro invece che questa è la strada per essere ben posizionati al momento della ripresa del mercato”.
La potatura riguarda anche i vendor in portfolio. C’è qualcuno che rischia di costare di più di quanto rende e allora dal quartier generale arriva l’ordine di usare la scure verso la fascia più bassa. Watt parla di “normal refreshment”, una specie di rinfrescata al portfolio di Tech Data che secondo Strina non rappresenta una novità visto che periodicamente si va a guardare fra le pieghe del listino. In Italia dove 15 vendor danno il 90% del giro d’affari probabilmente si procederà alla “chiusura del rapporto con qualche vendor minore”.

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