Flessione in trasformazione nel mercato Ict italiano

I dati Idc a consuntivo 2012 e le previsioni per il 2013 evidenziano una profonda evoluzione dei singoli comparti che, alla luce di mobile broadband, big data, social business e cloud service giocano sul mercato della competizione globale con regole totalmente nuove.

È un mercato It prossimo ai 20,5 miliardi di euro quello tratteggiato per il 2013 in Italia da Fabio Rizzotto di Idc che, con una flessione dello 0,8% rispetto ai 20,6 miliardi di euro riportati nell’esercizio precedente, evidenzia una certa ripresa rispetto alla flessione dell’1,9% registrata tra il 2011 e il 2012.

Se la cava peggio il comparto delle telecomunicazioni che, messo a nudo da Daniela Rao, in capo alla ricerca per questo segmento di mercato all’interno della società di analisi, parla di un decremento che, dal -4,3% derivante dai 38 miliardi di euro riportati nel 2012 rispetto ai 39,7 del 2011, aggrava ulteriormente la propria condizione segnando una decrescita del 4,8% che, stando alle previsioni, quest’anno porterà il valore del comparto ad assestarsi sui 36,2 miliardi di euro.

Influenzati dall’andamento macroeconomico e ragionevolmente soggetti ad aggiornamenti trimestrali, gli ultimi dati previsionali e a consuntivo per il 2012 forniti in anteprima da Idc durante un convegno organizzato da Anitec sui temi dell’Agenda Digitale tornano a mettere l’accento su cloud computing, mobile, analytics e social.

«Quattro grandi fattori di trasformazione – com’è tornato a definirli Rizzotto –, non solo per l’industria Ict e per i sistemi informativi delle aziende della domanda ma vere e proprie leve sulle quali le aziende italiane possono e devono lavorare per essere più competitive all’interno di un sistema ormai globale».

Mercato hardware, c’è dell’altro oltre ai numeri
Ciò detto, a fronte di una flessione attesa di circa un punto percentuale per il segmento hardware e un più leggero segno negativo anche per software e servizi, il mercato It nel suo complesso conferma condizioni non favorevoli, «che deveno, però, essere lette tenendo conto della profonda trasformazione che si sta verificando nell’intera industria Ict e nella modalità in cui imprese e cittadini utilizzeranno le nuove tecnologie».

Perché se è vero che se, sommati tra loro, mobile broadband, big data, social business e cloud services, non hanno un peso superiore al 14-20% dello spending complessivo Ict a livello mondiale, è altrettanto vero che ne influenzano direttamente o indirettamente fino all’80%.

Analizzati come fenomeni «fortemente interdipendenti tra di loro», l’invito di Rizzotto è, dunque, quello di andare oltre i soli numeri «in quanto la trasformazione (di segno negativo) dei mercati, che ha caratterizzato e continua a caratterizzare i macro aggregati risulta ormai riduttiva».

Gli attori dell’offerta sono, dunque, invitati a una grande trasformazione, non senza che per il mondo della domanda si presentino nuove sfide.

Nel 2012, senza i tablet l’hardware affonderebbe del -7,4%

D’altra parte, la dinamica del comparto hardware nei dati consolidati sul 2012, palesa “fortissime variazioni” dove creare il contesto «diventa fondamentale per interpretare il cambiamento».
Tradotta in questo modo, all’interno dei client system (+4%) tipicamente caratterizzati dai pc, dopo l’innovazione legata ai notebook, il secondo momento di discontinuità rappresentato da tablet ed ereader (+59%) segna la cannibalizzazione dei pc client (-9%).

Anche nel mercato peripherals (-5%), dove Idc posiziona tutto il mondo printer, multifunction e monitor, si è verificata una pesante razionalizzazione da parte della domanda «che ha, però, portato a una trasformazione evolutiva legata a una migliore ottimizzazione anche per i service provider che propongono servizi gestiti».
Per quanto concerne il mercato dei server (-9,2%), si evidenziano cicli di replacement più lunghi, forte consolidamento e spinta verso la virtualizzazione che caratterizza anche il mondo storage (-4%) utilizzati, però, dalle aziende per far fronte a una crescita impressionante di dati da gestire.

Nuove opportunità per software e servizi It

Ha tenuto meglio il mercato del software (-1%) che, di nuovo, torna a evidenziare «segmenti maturi in contrazione ma con top performer per il mondo delle application, del front end, del mobile e del digital marketing, che stanno spingendo i nuovi investimenti».
Qui l’alternativa cloud propone un’opportunità nuova rispetto alla logica on premise cannibalizzando in parte il mercato del software tradizionale.

Nel segmento dei servizi It (-3%), all’interno del quale si muovono sia gli operatori internazionali che il canale delle terze parti, anch’essi in forte trasformazione, a soffrire sono i servizi di installazione e supporto e l’It outsourcing che, però, trasforma la sua accezione tradizionale incorporando componenti cloud, «che qualcuno considera l’outsourcing 3.0».

Ancora una volta, il lato più dolente nel comparto servizi It è quello della contrazione delle tariffe professionali che ha ricadute negative nella voce dedicata ai servizi progettuali prossimi a un decremento del 5%.

Tlc ferme al palo degli investimenti
In contrazione, come già detto, del 4,3%, la fetta più importante dei 38 miliardi di euro registrati nel 2012 per il comparto Tlc, è da assegnare ai servizi di telecomunicazione su rete mobile (18 miliardi di euro), seguita dai servizi di telecomunicazione su rete fissa (12,6 miliardi), «mentre – puntualizza Rao – sistemi di networking, ossia Pbx, switch, router e telefoni fissi, cubano circa 1,1 miliardi di euro, seguiti dal comparto in cui si sommano i sistemi e i servizi che gli operatori di telecomunicazioni acquistano per mantenere e sviluppare la propria rete e che vale 1,9 miliardi di euro».

Qui a contrarsi in continuità con il 2011 «e andando anche un po’ peggio» è l’area dei servizi di Tlc, sia su rete mobile che su rete fissa, «mentre a crescere con una dinamica esponenziale dovuta all’esplosione degli smartphone è il segmento dei mobile device».
Poca contrazione per i sistemi di networking, stabile il mondo dei sistemi e delle infrastrutture per le reti degli operatori.

Guardando nel dettaglio dei singoli segmenti, all’interno del mercato dei servizi per le Tlc fisse e mobili, si è registrata una flessione importante (-13%) dei servizi voce, in primis, su rete mobile «causati dall’applicazione della regolamentazione imposta anche dall’Unione europea e dalla pesante battaglia competitiva che gli operatori Telco hanno ingaggiato tra loro».

A crescere, semmai, e del 4%, sono i servizi dati su rete mobile, con l’affermazione degli smartphone (+36%) che segnano sì il declino dei telefoni cellulari tradizionali (-48%) ma senza cancellarne la presenza sul mercato «visto che su 80 milioni di Sim attive in Italia, solo 32-34 milioni appartengono a device di nuova generazione».

Anche nel comparto networking, la spinta verso la virtualizzazione e il prepararsi a erogare servizi cloud o a lavorare in questa modalità sostiene il rinnovo del parco switch, l’unico a evolvere nel parco installato a fronte della flessione (tra lo 0 e il 2%) dei Pbx e dei sistemi di comunicazione fissa aziendale «causata da prodotti ormai maturi e dall’ingresso nelle piccole e piccolissime imprese di sistemi che utilizzano il pc desktop come strumento di comunicazione voce, video, chat e quant’altro».

Non stupisce, allora, come la domanda di mobile device e di reti mobili rappresenti il driver per il mercato delle Tlc pronto, almeno nelle intenzioni, a recuperare terreno nei prossimi 3-4 anni «riducendo a quota zero l’attuale -4% entro il 2015 grazie agli investimenti infrastrutturali per potenziale le reti che gli operatori attueranno per sostenere il flusso di richiesta del mercato».

Non solo per le licenze Lte.

Metter mano al portafoglio, conferma Rao, vorrà dire soprattutto investire «in soluzioni orientate alla network intelligence al servizio dei datacenter, ma soprattutto delle Lan aziendali utili a realizzare reti più flessibili e automatizzate, così da gestire uno strato più ampio di applicazioni anche molto diverse tra loro e un numero di device che prolifera in mano a utenti che hanno, però, diritti di accesso diverso ai dati aziendali».

Fondamentale per i Telco sarà, poi, «l’esplorazione di nuovi modelli di pricing, alleanze e soluzioni di nuova concezione per valorizzare QoS e QoE dei servizi di connettività che offrono al mercato».

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