Fiorello Cortiana, un senatore al Channel Day

Il mondo dell’Ict ha bisogno della politica e ha bisogno di relazioni più forti e più efficaci con i rappresentanti della politica. Ne è consapevole Pierfilippo Roggero, presidente Assinform, che rappresenta il mondo dell’industria Ict e che sta cercan …

Il mondo dell’Ict ha bisogno della politica e ha bisogno di relazioni più
forti e più efficaci con i rappresentanti della politica. Ne è
consapevole Pierfilippo Roggero, presidente
Assinform, che rappresenta il mondo dell’industria Ict e che
sta cercando da tempo di far sentire la voce del settore nei corridoi della
politica. Ma al Channel Day Roggero non nasconde la sua delusione, per «le
tante richieste rimaste inascoltate»
e per i tanti interventi e provvedimenti
governativi utili e necessari che «però perdono parte della
loro incisività per mancanza di una forte visione d’insieme»
.
E dalla delusione Roggero trae ispirazione per lanciare una sfida, forse non
politica, ma di rappresentanza politica, ricordando che il nostro settore raggruppa
più di un milione di persone. «Non è certo il caso di
creare un nuovo partito politico
– dichiara il numero uno di Assinform
, ma è necessario far capire che possono avere un forte peso politico».

Si è detto che l’Ict ha bisogno della politica, ma si deve aggiungere
che anche la politica ha sempre più bisogno dell’Ict. Non per informatizzarsi
(non solo), ma per rispondere con cognizione di causa alle richieste
di innovazione che arrivano dall’economia e dal sociale. Ed è qui
forse
il vero nodo della questione.


Come testimonia Fiorello Cortiana, senatore dell’Unione-Verdi,
confessando quanto «sia difficile far capire ai parlamentari che l’innovazione
non riguarda solo i tecnici, ma è una questione centrale per il Paese»
.

Sembra che si parli una lingua diversa perché occorre affrontare un problema
culturale che investe anche il mondo dell’industria e delle sue relazioni: «Si
deve evolvere
– dichiara Cortiana – da una visione del concorrente
come nemico a una visione del concorrente come potenziale collaboratore»
.
Devono cadere i vecchi paradigmi per fare posto a una diversa visione del mercato:
«Immagino – osserva un po’ provocatoriamente – un futuro
di convergenza tra modello open e modelli proprietari. In questo futuro immagino
che anche una realtà come Microsoft possa essere impegnata
in un’azione di coinvolgimento di più attori su tutti gli anelli della
filiera produttiva»
.

Ma la presenza di un senatore dell’Opposizione non poteva non stimolare un bilancio
su questa legislatura e al Channel Day Cortiana ha riconosciuto al Governo Berlusconi
l’intuizione di aver creato un vero e proprio ministero per l’Innovazione «benché
senza portafoglio», ma ha nello stesso tempo ricordato che «sono
arrivati tanti provvedimenti e tante iniziative, alcune anche lodevoli e di
successo, ma è mancato un quadro organico di riferimento capace di integrare
i progetti e gli obiettivi»
.

Ma l’indice di Cortiana che sembra puntato verso il ministro Lucio Stanca
è, in realtà, rivolto al «vero punto debole»,
vale a dire la questione culturale: «Il disegno programmatico per
l’Innovazione manca
– confessa Cortiana – non solo perché il
Ministro non l’ha dato al Paese, ma perché non esiste proprio, e non
è un problema di sinistra o di destra. è un problema di cultura
politica che non è ancora in grado di formulare queste risposte»
.

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