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Fintech e banche, i motivi di una collaborazione

Il settore delle banche è in profonda trasformazione: l’ingresso di nuovi player non bancari, l’affermarsi di realtà innovative come le fintech, l’introduzione della direttiva PSD2 stanno ponendo le banche di fronte a nuove sfide e alla necessità di modificare l’approccio nell’offerta di servizi ai clienti.

Il mondo bancario sta comprendendo le opportunità di business dietro questo cambiamento e sta prendendo consapevolezza che intraprendere il cammino dell’open innovation tracciato dalla PSD2 significa ottenere una leva competitiva molto forte e portare, insieme alle fFintech, servizi innovativi sul mercato.

Ne abbiamo parlato con Antonella Comes, Chief Marketing Officer di Auriga.

Quali solo gli elementi che maggiormente impattano il settore banking nel processo di trasformazione digitale?

Tra i fattori che stanno contribuendo alla trasformazione del mondo Finance, accanto all’ingresso di nuovi operatori e alla nascita di ecosistemi alternativi al trust bancario (criptovalute e blockchain), figurano le startup Fintech. Offrendo servizi alternativi rispetto a quelli proposti finora dalle banche, sono riuscite a catturare, secondo la ricerca Open Banking Revenue Model di Accenture, il 6-7% delle revenue totali, ossia un terzo di tutte le nuove revenue, dimostrando di poter attrarre volumi importanti di clientela attraverso servizi innovativi. In Italia, seppur la situazione sia diversa dal resto dei paesi a livello globale si tratta di circa 3.000 realtà che sono entrate nel mercato finanziario ponendosi come competitor o come fornitori delle banche e offrendo soprattutto servizi legati alla gestione di conti correnti e pagamenti digitali, oppure soluzioni assicurative e per gli investimenti.

Antonella Comes, chief marketing officer Auroga

In questa trasformazione che ruolo hanno le fintech?

Le fintech stanno assumendo un ruolo sempre più importante come laboratori sperimentali di tecnologie, sia in termini di soddisfazione dei consumatori che di efficienza dei processi operativi e di business. Il loro contributo all’innovazione del sistema finanziario, integrando tecnologie emergenti, come  Robotic Process Automation, Artificial Intelligence, Machine Learning, Big Data Analytics e Internet of Things e portando competenze e know-how da altri settori e mercati, ad esempio in termini di metriche di misurazione o di customer experience, consente alle aziende di soddisfare le richieste dei consumatori digitali, tra cui la facilità di utilizzo, l’accesso in mobilità e la personalizzazione.

Quanto pesa l’arrivo della PSD2 nel rapporto banche e fintech?

A incoraggiare ulteriormente l’ingresso sul mercato e la crescita delle startup fintech, gioca un ruolo importante l’introduzione della normativa PSD2. La normativa consente a tutti gli operatori del mercato finanziario di accedere alle informazioni sui conti bancari dei consumatori, con lo scopo di sviluppare servizi a valore aggiunto. Questa apertura avrà un impatto su tutto il settore, portando alla creazione di network e incoraggiando un approccio collaborativo per ottenere benefici in termini di efficienza e di miglioramenti per i clienti finali.
In questo contesto, da un lato le banche conservano ancora una posizione di vantaggio in termini di conoscenza del mercato, competenze e rapporto fiduciario con i clienti. Dall’altro lato, le istituzioni bancarie possono beneficiare della flessibilità organizzativa e dell’agilità nella risposta ai frequenti cambiamenti del mercato che contraddistinguono le startup fintech, riducendo il time-to-market, i costi di rilascio e aumentando così la redditività.
Detto questo, per non soccombere alla rapidità di crescita dei nuovi player, le banche tradizionali dovranno guardare al modello di business delle fintech per accogliere e promuovere l’innovazione attraverso partnership strategiche e per esplorare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Inoltre, le fintech possono supportare le banche nell’integrazione in ottica open banking dei servizi di terze parti nelle proprie piattaforme.

Quali sono le opportunità per le banche di fronte a questo scenario?

La complessità del mercato attuale richiede semplificazioni per gli utenti finali attraverso nuove esperienze d’uso che accrescano la fiducia dei consumatori verso i servizi proposti. Le partnership tra banche e startup fintech possono, in questo senso, creare opportunità più grandi di quelle che siamo in grado di immaginare oggi. Lo dimostrano le collaborazioni attive ad esempio nel settore dei pagamenti, che da tempo sta utilizzando la tecnologia per creare nuove esperienze d’uso.
Secondo la mappatura Accenture, il 50% degli istituti finanziari Europei collabora già con imprese startup per entrare in nuovi mercati, per sviluppare nuovi prodotti, per acquisire nuovi segmenti di clientela e per razionalizzare i processi di business e operativi; tra gli operatori più attivi a livello internazionale figurano Goldman Sachs, Citigroup, BBVA e Banco Santander. Anche in Italia ci sono segnali positivi e le banche che si stanno muovendo per supportare lo sviluppo degli ecosistemi Fintech. Il sistema bancario italiano è, però, costituito in gran parte da piccole e medie realtà, per lo più territoriali, che necessitano di essere accompagnate nel percorso di conoscenza e posizionamento nei confronti delle imprese fintech. Nell’ottica di incoraggiare e favorire la creazione della cosiddetta Fintegration crediamo sia importante un intervento nella regolamentazione del settore al fine di porre le basi per una crescita effettiva dell’ecosistema nel suo complesso. Questo scenario apre la strada a nuovi ecosistemi dove si assiste ad un forte passaggio da logiche puramente competitive a logiche collaborative. Logiche, che non possono che accelerare il percorso di innovazione e sperimentazione di nuove soluzioni.

Per Auriga cosa significa Open banking?

Crediamo in un modello che ormai è diventato imprescindibile come l’open innovation. Per questo abbiamo deciso di renderlo parte integrante del nostro business, dando vita ad un nostro incubatore, IC406, per entrare in contatto con idee e competenze provenienti dall’esterno, anche da ambiti molto diversi. Per incentivare un network efficace tra banche e fintech, è stata recentemente lanciata Call4Digital, in collaborazione con il PoliHub di Milano – una chiamata alle armi per le startup digitali italiane.
Le fintech aprono alle istituzioni finanziarie tradizionali la strada a segmenti di offerta finora considerati non profittevoli (es. unbanked, robo for advisor, digital lending, instant insurance). In questo modo, riescono ad attrarre più facilmente clienti con elevata cultura digitale e accelerano il percorso di trasformazione digitale. L’Italia quindi dovrà giocare la sua partita in un contesto molto dinamico. Allo stesso tempo le banche dovranno rivedere la propria offerta, attraverso l’introduzione di nuovi servizi digitali o nuovi concept di servizi tradizionali.

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