Finanziamenti alle Pmi, cresce l’impegno dei fondi

Tutte le opportunità di accesso al credito illustrate nel seminario di Assolombarda e Confindustria dedicato alle piccole imprese

Sono ancora strette le maglie dei finanziamenti bancari. I prestiti alle imprese sono diminuiti del 3% a gennaio 2010 rispetto allo stesso mese di un anno prima (-26,8 miliardi) e dello 0,4% in confronto a dicembre 2009. Il credito rimane selettivo per due problemi: non solo la maggiore prudenza delle banche durante la recessione economica, ma anche il calo degli investimenti, soprattutto delle Pmi. Un seminario di Assolombarda e Confindustria ha illustrato gli strumenti per scavalcare gli ostacoli del credito; trovare nuove risorse è l’unica via per riavvolgere il filo dell’alleanza tra finanza e impresa, che si è troppo allungato in questi mesi di difficoltà sui mercati internazionali. Per riuscirci, occorre puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità degli investimenti, senza forzare la mano nel precario equilibrio dei conti aziendali.

Sempre più richieste di garanzie
Sul versante del credito, gli imprenditori possono rivolgersi al Fondo di garanzia per le Pmi attivato dal ministero dello Sviluppo economico: l’importo massimo garantito è passato da 500mila euro a un milione e mezzo da aprile 2009. Il fondo è ora esteso alle imprese artigiane, contiene una sezione speciale per il settore dell’autotrasporto e può contare su una disponibilità pari a due miliardi di euro. Dalla sua costituzione nel 2000, il fondo ha garantito oltre 92mila operazioni, di cui 32mila dal primo aprile dello scorso anno, per un valore complessivo superiore ai nove miliardi. L’impennata è evidente: 965 richieste a dicembre 2008 e 4.105 nello stesso mese di un anno dopo. Un altro strumento è l’avviso comune per sospendere temporaneamente i pagamenti delle Pmi (ad esempio le rate dei mutui). A febbraio 2010 sono arrivate 153mila domande (+13% rispetto al mese precedente), di cui 113mila accolte.

Nuove risorse per gli investimenti
C’è poi il neonato Fondo italiano d’investimento, gestito da sette soci paritetici tra cui Confindustria, ministero delle Finanze, Cassa depositi e prestiti e alcuni istituti bancari. La dotazione iniziale del fondo è pari a un miliardo di euro; è destinato alle imprese in fase di sviluppo, con un fatturato tra dieci e cento milioni di euro (un bacino potenziale di circa 15mila aziende). Potrà intervenire in diversi modi, ad esempio acquisendo quote di minoranza nel capitale di una società, erogando prestiti o investendo in altri fondi specializzati già esistenti. Non bisogna poi dimenticare altre due opportunità per gli imprenditori a caccia di liquidità: gli otto miliardi della Cassa depositi e prestiti, cui le banche possono attingere per concedere finanziamenti agevolati superiori ai dodici mesi alle Pmi. Inoltre, ci sono le varie garanzie offerte dalla Sace, per esempio sui capitali impiegati all’estero dalle imprese italiane.

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