Fattura elettronica: perché non viene utilizzata

Quante aziende la utilizzano e i motivi che invece ne ostacolano l’adozione

La fattura elettronica conviene, ha un ritorno sull’investimento interessante, può essere implementata per gradi eppure ancora non ha sfondato. Secondo le stime dell’Osservatorio della School of management del Politecnico di Milano sono circa sessantamila le imprese che si scambiano dati in forma strutturata.


A queste si aggiungono settemila imprese inserite in filiere che si scambiano documenti Edi con formati elettronici strutturati standard, altre 35.000 aziende che utilizzano invece formati proprietari e circa cinquantamila ecosistemi creatisi attorno a portali Web di leader di filiera. La conservazione sostitutiva è adotta invece da circa duemila aziende, 2/3 dei quali sono Pmi.


Le barriere all’adozione sono di tipo esterno e interno.


Quelle esterne riguardano la confusione normativa e la mancanza di standard, mentre quelle interne si concentrano sulla frammentazione del ciclo dell’ordine, la difficoltà a cooperare con l’esterno e la mancanza della percezione del valore dell’adozione della fattura elettronica che il Politecnico ritiene il motivo più importante.


“La barriera della normativa, però, – osserva Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio – è una scusa che non tiene. Dal 2004 la normativa c’è tanto che molte aziende utilizzano questo tipo di soluzioni. Qualche complicazione esiste, ma questo non può ostacolarne l’adozione”.


L’apertura all’esterno è invece un problema culturale di molte aziende italiane che fanno fatica ad aprirsi alla collaborazione con l’esterno anche perché questa scelta deve essere preceduta da una riorganizzazione al proprio interno.


Da qui l’invocazione a “fare sistema” perché la fattura elettronica dà il suo meglio tanti più attori coinvolge.

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