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Fashion: blockchain per la tracciabilità nella produzione dei capi

Dalla collaborazione tra la stilista londinese Martine Jarlgaard, la Innovation Agency del London College of Fashion e la software house Provenance è nato un progetto per utilizzare blockchain come tecnologia per la tracciabilità delle materie prime nella produzione di abiti e accessori.

Lo scopo è quello di aumentare la visibilità della supply chain nel mondo fashion, un compito non facile se si considera da un lato il volume della produzione globale – oltre cento miliardi di articoli l’anno, secondo McKinsey – e dall’altro la domanda di trasparenza nella produzione che viene dai clienti finali.

Tracciabilità univoca

Nella piattaforma creata per questo progetto ogni capo è identificato univocamente da un codice digitale e ogni passo della sua produzione viene memorizzato nella blockchain. Dato che il progetto pilota ha coinvolto una linea di indumenti in alpaca, i passi registrati nella blockchain possono andare dalla tosatura alla filatura della lana sino alla realizzazione del prodotto finito. A ogni passo sono associate tutte le informazioni possibili, in primo luogo dove e da chi è stato compiuto.

Chi acquista un indumento collegato alla blockchain può esaminare le relative informazioni usando un’app per smartphone. Basta scansionare un QR Code o sfiorare un’etichetta contenente un chip NFC per essere portati a una pagina web che elenca tutti i procedimenti di produzione memorizzati, i produttori coinvolti e dove essi si trovano. È insieme la “storia” del prodotto e letteralmente il suo viaggio, il percorso che dalle materie prime ha portato al prodotto finito.

La natura stessa di blockchain garantisce che le informazioni associate all’indumento siano corrette o comunque non possano essere cambiate una volta memorizzate. È un cambiamento radicale – spiegano i creatori del progetto – rispetto a quanto accade oggi, con il cliente finale che deve fidarsi di quello che dice il brand in merito alla produzione dei capi oppure affidarsi alle generiche indicazioni di “Made in” che però raccontano solo la parte finale – e parziale – della storia.

Dal controllo alla narrazione

L’efficacia di blockchain come sistema di tracciamento presenta diversi vantaggi per i brand che decideranno di adottarla. Da un lato soddisfa le esigenze di trasparenza e sostenibilità della produzione che sono espresse da una parte della clientela, quella che vuole fare scelte consapevoli. Dall’alto però c’è anche un forte valore di marketing, potendo creare un collegamento più forte tra la “storia” del prodotto e il consumatore.

È un concetto di storytelling che può essere più o meno importante a seconda dei prodotti e dei brand ma che in generale permette di mostrare chiaramente il valore di tutta una catena produttiva, specie per i capi che impiegano materiali pregiati o per cui si ricorre a lavorazioni particolari. Mostrare tutto quello che c’è dietro un capo di abbigliamento potrebbe anche favorire un consumo più “maturo”, in cui i prodotti a maggiore valore aggiunto sono (relativamente) favoriti rispetto a quelli di minore qualità.

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