Fallisce il reboot, Msn Messenger ancora off limits per un terzo degli utenti

Inizia l’ottavo giorno di disservizio della chat online di Microsoft. La società si scusa e dice di avere individuato le cause: un insieme raro di circostanze. Ma la soluzione del problema sembra ancora lontana

Sembra sulla via di diventare una storia infinita quella del servizio Msn
Messenger di Microsoft, che sta per iniziare il suo ottavo giorno di
funzionamento a singhiozzo. Da Redmond si difendono dicendo che il problema è
stato causato da un insieme di circostanze estremamente raro, però anche ieri
hanno tentato di riavviare la rete di server che gestisce il servizio e qualche
attimo dopo tutto era tornato come prima, ossia con almeno un terzo degli utenti
impossibilitati ad accedere alle buddy list, gli elenchi dove sono memorizzate
le informazioni relative ai nomi Im di amici e parenti.


Il primo giorno di disservizio si è avuto martedì scorso, quando alcuni
utenti di Messenger hanno avvisato i responsabili dei problemi in atto. Da
allora i tecnici di Microsoft hanno lavorato alacremente alla soluzione di tali
problemi ma sinora inutilmente. Ieri sul sito di Microsoft è apparso una sorta
di comunicato ufficiale in cui il vice presidente Richard Bray si scusava per i
disagi creati a quegli utenti che erano impossibilitati ad accedere al servizio.
Il comunicato recitava anche che Microsoft avrebbe riavviato i server ponendo
fine al problema. Inoltre, Bray puntualizzava che era stata individuata la causa
del disservizio: un insieme di circostanze estremamente raro che si viene a
creare quando uno dei database server ha un guasto al controller di un hard
disk. Ma non solo. Anche il backup di questo controller ha presentato dei
problemi e così i tempi per il ripristino si sono dilatati. Bray assicurava però
che i dati presenti sul disco, e quindi le liste di nomi Im, non sono andati
persi. Ma soprattutto puntualizzava che due terzi degli utenti possono ancora
usare il servizio regolarmente.


Tuttavia, il reboot di ieri non ha ottenuto i risultati sperati e la
soluzione del problema sembra essere ancora in alto mare.

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