Facebook alla prova dell’Ipo

Oggi la presentazione della domanda ufficiale per la quotazione in Borsa. Ma c’è ancora il “rischio bolla”?

Finalmente l’Ipo di Facebook diventa reale.
Con la presentazione in data odierna della domanda ufficiale e la nomina di Morgan Stanley alla guida dell’operazione sembra che la macchina della quotazione in Borsa si sia messa definitivamente in moto.

Rileggendo le notizie di archivio ci si rende conto di quanto tempo sia passato da quando l’ipotesi ha cominciato per la prima volta a farsi concreta per arrivare alla data di oggi.
Primo passo importante, anche se per il vero e proprio debutto bisognerà ancora aspettare qualche mese: il via ufficiale alle contrattazioni non dovrebbe avvenire infatti prima di maggio.

Le cifre sono da capogiro, visto che già si parla della quotazione più grande che la Silicon Valley abbia mai partorito: 5 miliardi di dollari, che collocherebbero il valore complessivo della società di Mark Zuckerberg tra i 75 e i 100 miliardi di dollari.

Lo scorso anno, proprio di questi tempi, i preparativi per le quotazioni che sarebbero arrivate nei mesi successivi, da Groupon a LinkedIn, passando per Zynga, avevano fatto pensare a un ritorno al passato, a una riviviscenza di quegli entusiasmi che accompagnarono ben più di dieci anni fa l’era delle dotcom.
Con qualche timore di contorno, che l’entusiasmo, come allora, potesse coprire una bolla pronta prima o poi a scoppiare.
E in effetti, i risultati un po’ sottotono delle debuttanti, finita la festa del primo ballo, ha un po’ raffreddato gli animi.
Tanto che più d’un analista aveva attribuito non solo alla crisi dei mercati internazionali, ma anche a questi timori il rinvio della quotazione per Facebook.

Ma c’è più di osservatore pronto a scommettere che l’operazione riuscirà.
Probabilmente la quotazione di Facebook porta con sé un po’ di voglia di rivalsa, in questi anni bui di crisi.
Ma anche la consapevolezza che il network creato da Zuckerberg ha creato un modello nuovo di vivere la rete, dal quale le aziende non possono più prescindere.
Sul piatto ci sono 800 milioni di utenti e 4,27 miliardi di dollari di ricavi dalla pubblicità.
Cifre che solleticano il palato di Wall Street e, forse, fan tremare i polsi a Mountain View.
In fin dei conti, il record da battere è proprio quello: gli 1,92 miliardi della Ipo di Google.
Otto anni fa.

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