Fabio Fregi (Ca Technologies): a Cernobbio focus sulla competitività digitale

Nei tre giorni del Forum Ambrosetti la tecnologia entra in agenda. Parla Gianroberto Casaleggio e Poste presenta nuove riflessioni sul Portale Unico della Pa Digitale.

Ha partecipato a tutte e tre le giornate dei lavori del Forum Ambrosetti a Cernobbio Fabio Fregi, amministratore delegato di Ca Technologies Italia. Tre giornate intense e impegnative, le definisce, con risvolti importanti anche per chi si occupa di tecnologia.
”Credo che per la prima volta l’innovazione, e le tecnologie a essa associate, siano state un elemento importante dell’agenda del Forum”, tanto che nella giornata di domenica un paio d’ore dei lavori sono state dedicate all’impatto del digitale in politica ed economia.
Due gli appuntamenti clou su questa tematica: l’intervento di Gianroberto Casaleggio e la presentazione di una ricerca congiunta condotta da Ambrosetti e Poste Italiane e focalizzata sul miglioramento dei processi e della burocrazia, grazie ai recuperi di efficienza.

”La tecnologia – racconta Fregi – viene vista come elemento abilitante trasversale. Casaleggio ha toccato i temi della democrazia diretta, portando a esempio la prima elezione di Barack Obama e i risultati del Movimento 5 Stelle all’ultima tornata elettorale e sottolineando come i tempi siano cambiati dal primo duello televisivo tra John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon: ora i duelli si fanno sul Web e quel sorpasso tra media digitali e tv tradizionale che negli Usa è già avvenuto, inevitabilmente arriverà anche da noi”.

In sala, la domanda sui rischi associati a questo trend, in particolare ai rischi di manipolazione, ha trovato riscontro non nella risposta di Casaleggio, quanto in una riflessione a più ampio spettro sull’idea di identità digitale (”incluse le domande sugli attributi legati all’identità digitale, dati biometrici inclusi, utili a generare consapevolezza in chi seguiva i lavori”) e sui contributi che la tecnologia porta all’economia.

E i nodi sono venuti al pettine.
”È palese che la politica dovrebbe giocare un ruolo più attivo in questa direzione” racconta ancora Fregi, ricordando come alcuni dei relatori hanno messo in evidenza il fatto che laddove esiste una vera attenzione a questi temi, l’agenda digitale “è nell’agenda del premier, non di uno dei suoi ministri. E in questo l’Italia mostra un preoccupante ritardo rispetto all’Europa e a Paesi come il Regno Unito e la Spagna”.
Ed è in questo scenario che si inserisce l’idea di un Portale Unico per la Pubblica Amministrazione Digitale, di cui si è eletta di fatto sponsor Poste Italiane, in un’ottica di aggregazione.

E se è facile intuire come una realtà tecnologica come quella guidata da Fregi trovi motivo di interesse diretto in tutto quanto ha a che fare con la protezione dell’identità, la sicurezza, gli open data, ci sono altre tematiche, trattate nelle due giornate, che hanno colpito il manager.
”Importanti sono state le riflessioni sull’idea di competitività. Si sono analizzati i motivi per cui l’Europa è meno competitiva di altre regioni e del perché l’Italia lo è meno ancora. Un esempio? Basti guardare il settore energetico: in Italia l’energia costa molto di più rispetto ad altri Paesi e questo impatta non solo sulle famiglie ma anche sulle imprese e sul costo del lavoro”.
Nel corso dei lavori è stato inoltre sottolineato come l’Europa abbia perso competitività in alcune aree chiave.
Si pensi ad esempio al settore delle Tlc: un mercato che aveva sostenuto e promosso la crescita e lo sviluppo del Gsm, oggi con l’acquisizione di Nokia da parte di Microsoft perde anche l’ultima industria “locale” attiva nel comparto.
Ma c’è di più.
Abbiamo perso terreno anche per colpa di una frammentazione regolatoria che ci fa perdere peso specifico. Una frammentazione che, almeno in un settore chiave come quello delle Tlc, fondamentale a livello infrastrutturale, deve essere superato. Per questo è importante spingere, così come è stato sottolineato, verso una maggiore centralizzazione che favorisca le economie di scala e il superamento di regionalismi e localismi. Bisogna arrivare a un mercato unico delle Tlc, almeno dal punto di vista delle regole”.

Un ultimo aspetto ha particolarmente colpito Fregi e riguarda le startup.
Un intervento da parte di un ricercatore israeliano ha messo in evidenza come in Israele vi sia un forte interesse verso le startup tecnologiche, che numericamente oggi superano quelle di Italia, Francia e Germania messe insieme.
Uno spirito imprenditoriale che si accompagna a un diverso approccio all’agilità e alla flessibilità sul lavoro che non può non colpire chi proprio in quel Paese ha da tempo insediato propri centri di ricerca e sviluppo.

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