Extreme Networks: come vanno cambiati i datacenter

Ci si muove fra connettività a 40 GbE e virtualizzazione, passando per gli switch. Ne parliamo con Marco Pinna.

Abbiamo chiesto a Marco Pinna, Pre-sales System Consultant Southern Europe di Extreme Networks, di chiarire alcuni aspetti in ordine alla nuova offerta della società, contestualizzandoli con la situazione di mercato attuale.

La virtualizzazione sta sempre più diventando un motore dei data center. Avete una nuova soluzione per la gestione del suo ciclo di vita. Di cosa si tratta e per quali tipi di data center è?

La soluzione Xvn di Extreme Networks consiste in un set di moduli software per il sistema operativo ExtremeXos e la relativa suite di network management Epicenter e permette nello specifico di gestire il ciclo di vita delle macchine virtuali dei data center a livello di rete. Tradizionalmente, le macchine virtuali sono create, attivate, spostate e disattivate dinamicamente attraverso strumenti controllati dagli amministratori dei server, mentre gli amministratori di rete hanno avuto strumenti limitati per gestire le Vm. La soluzione Extreme accresce invece la visibilità e il controllo sugli asset virtualizzati a livello di rete: è così possibile capire se e come una macchina virtuale si sposta da un server all’altro e spostare conseguentemente i profili di rete ad essa associata. La soluzione è open e funziona dunque per macchine virtuali eterogenee: può essere utilizzata in data center che si basano su soluzioni di virtualizzazione Vmware, per citare un vendor con cui Extreme Networks ha un’importante collaborazione, ma anche su piattaforme aperte di virtualizzazione.

Parlate di connettività 40 GbE dal core di rete per garantire performance e scalabilità. Come la si attua? E i data center italiani sono pronti?

Nei data center si assiste a una migrazione di server e storage verso la connettività 10 GbE a maggiore densità; inoltre le iniziative di consolidamento e uso della virtualizzazione rafforza ulteriormente la richiesta di maggior banda. Extreme Networks risponde con nuovi moduli per i propri switch Summit X650 e BlackDiamond 8900, che consentono di scalare le nostre soluzioni per data center, arrivando ai 40 GbE nel core di rete senza rinnovare completamente il parco già installato. Gli switch Extreme Networks sono stati progettati in modo da poter accogliere senza limitazioni questo passaggio ai 40 GbE. Anche i data center italiani vivono il passaggio dal fisico al virtuale e crediamo dunque che queste soluzioni possano risultare interessanti anche nel nostro paese.

La vostra nuova architettura Direct Attach vuole spostare le attività di switching delle macchine virtuali dai server e riportarle all’interno della rete. Missione possibile?

I server virtuali vantano switch virtuali di rete che trovano largo impiego ma possono limitare le performance: introducono infatti un nuovo layer nella rete, costituito appunto dagli switch virtuali, che accresce la complessità nei data center. Extreme Networks propone allora una nuova architettura di rete, Direct Attach, che costituisce un nuovo approccio alle reti virtualizzate: vuole riportare infatti nell’hardware, all’interno del primo switch fisico, la commutazione diretta da Vm a Vm per ottenere uno switching a maggiore velocità tra le macchine virtuali. Direct Attach semplifica anche la risoluzione di eventuali criticità rendendo visibile il traffico fra Vm ai tradizionali strumenti di rete, come Acl, firewall e Ids.

Quali benefici si prospettano per gli operatori di rete?

Oggi carrier e operatori di servizi di rete devono riuscire a tradurre le proprie infrastrutture nel massimo fatturato possibile, a fronte di una continua crescita della richiesta di banda che mette alla prova le infrastrutture stesse. Aggiungere nuovi servizi sulla rete è uno dei modi per accrescere i ricavi medi per abbonato, ma farlo velocemente e gestire tali servizi stratificati può divenire un compito gravoso. Con Ridgeline Service Advisor, Extreme Networks propone una piattaforma di gestione per abbattere i tempi per la fornitura di nuovi servizi e ridurre le inefficienze nella rete, migliorando l’esperienza degli abbonati. La piattaforma consente infatti un monitoraggio visuale dei servizi e della rete, grazie a una rappresentazione grafica che dà una visione di insieme dei servizi nell’intera infrastruttura; introduce inoltre strumenti che facilitano l’ingegnerizzazione di nuovi servizi e automatizza il service provisioning, traducendo automaticamente i comandi del menu e i click del mouse in istruzioni simultanee e specifiche verso più switch di rete.

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