Europa, la perdita su crediti è di 300 miliardi di euro

Secondo l’European Payment Index 2010 il settore più colpito dai rischi di pagamento è quello dei liberi professionisti. Ma le Pmi per l’aumento delle insolvenze sono state costrette a mettere a perdita il 3% del proprio volume di affari. In Italia, la Pa ha dilatato i tempi di pagamento da 4 mesi a

In Europa, le aziende hanno
subito ritardi di pagamento per un valore totale di 300 miliardi di euro e
malgrado le voci ottimistiche di una ripresa economica provenienti da
Bruxelles, la realtà è che le imprese del continente si trovano a far fronte a
crescenti rischi di pagamento. Se tutti i soggetti coinvolti (privati, aziende
e Pubblica Amministrazione) pagassero in toto i propri debiti, l’economia
europea riceverebbe un iniezione di liquidità pari a 300 miliardi di euro. Una
cifra equivalente al debito nazionale della Grecia.

Questo è quanto emerge dall’indagine European Payment
Index 2010 condotta da Intrum Justitia, gruppo multinazionale attivo
nel settore del Credit Management Services, nel primo trimestre 2010 in 25 paesi europei.

Le Pmi, che contribuiscono per il 56% al
Prodotto Interno Europeo, sono le più colpite dall’aumento delle insolvenze e
sono state costrette a mettere a perdita il 3% del proprio volume di affari.
In particolare, l’indagine rivela che in Europa il settore più colpito dai
rischi di pagamento è quello dei liberi professionisti, (commercialisti,
architetti, avvocati, consulenti, traduttori e così via). In questo settore, la
perdita su crediti nel 2010 è stata pari al 4%, un valore di molto superiore
alla media europea del 2,6%. Gli altri settori economici che hanno subito
un’alta percentuale di perdita su crediti sono stati i servizi immobiliari,
l’educazione e l’edilizia.

Per quanto riguarda la situazione italiana, i rischi di pagamento sono
aumentati. La maggioranza delle fatture viene pagata in oltre 60 giorni. A
differenza di quanto accade in Europa, il settore pubblico paga con un tempo
ancora maggiore, passando da una media di 128 giorni, dello scorso anno, a
quella di oggi di ben 186 giorni. Anche le imprese pagano più lentamente i
propri fornitori, con in media 9 giorni di ritardo in più rispetto al 2009.
Oggi in Italia è sempre più difficile essere pagati nei tempi pattuiti. La
percentuale di perdita su crediti è aumentata da 2,5% a 2,6% e l’anzianità del
proprio portafoglio rimane elevata, la fascia di crediti superiore a 90 giorni
rappresenta, in media il 32% del totale.

Guardando al futuro, il 50% dei manager e imprenditori italiani pensa che il
rischio di ritardo di pagamento da parte dei clienti aumenterà nei prossimi 12
mesi, mentre il 41% pensa che rimarrà stabile. Solo il 9% è ottimista e prevede
una riduzione del rischio.

Preoccupante è  anche il lungo periodo di tempo che le aziende impiegano
per reagire al mancato pagamento delle fatture. Circa il 65% delle imprese aspetta in media 85 giorni prima di affidare la pratica ad una società di
specializzata. Il 73% degli Italiani aspetta in media 99 giorni prima di
rivolgersi ad una società esterna, un tempo ancora più lungo rispetto alla
media europea.

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