Esigenze evolutive di mobilità aziendale

Da parte delle società del settore è in atto una strategia volta a modificare la percezione dell’utente finale, in quanto a benefici ottenibili con soluzioni mobili nell’ambito delle imprese.

Se la diffusione del mobile, visto il successo di telefonini, computer portatili, palmari, Sms e così via è un assioma indiscutibile e su cui poco c’è da dire di nuovo, spazio per approfondire il tema c’è ancora per quanto concerne l’ambito aziendale. Quelli che sono i trend internazionali, infatti, non sempre si applicano in Italia con le stesse modalità, perché il tessuto industriale è profondamente diverso da quello dei nostri partner europei più prossimi. Di necessità virtù. Essendo poche le grosse corporate e le aziende con una caratura internazionale, le soluzioni di mobilità si sono dovute orientare, in termini di tecnologie, di soluzioni infrastrutturali e di terminalistica, verso applicazioni e costi in linea con le possibilità di investimento, peraltro non eccessive visto i tempi, delle aziende medie italiane.


Nonostante le criticità del mercato una considerazione si impone, prima di analizzare come si è organizzata la proposta di alcuni dei produttori più significativi e quali sono i trend evolutivi delle tecnologie. Innanzitutto va considerato che il 2003 è stato un anno di grandi cambiamenti per il mercato delle telecomunicazioni mobili in termini di innovazione tecnologica e di dinamiche competitive.


I servizi voce costituiscono, però, ancora la componente largamente più importante dei risultati economici degli operatori, anche se è nei dati che gli stessi trovano un maggior livello di margini operativi. Quello che si osserva essere in atto è quindi una strategia da parte degli operatori volta a modificare la percezione dell’utente finale aziendale, evidenziando come sia proprio nell’ambito di un’azienda e dei suoi processi che la mobilità può portare a notevoli benefici economici, organizzativi e funzionali. Secondo Giuseppe Marengon, Manufacturing marketing manager di Hp, il fattore più critico è infatti il tempo disponibile e la mobilità aiuta a ridurre la latenza nei processi di business. La prima cosa da fare è però capire quali informazioni servono, che azioni intraprendere e che impatto si ha sul business riducendo la latenza dei processi tramite soluzioni di mobility.


Non essendo possibile ricondurre a una casistica limitata la problematica, Hp sembra aver assunto un approccio salomonico, tradottosi in una linea di soluzioni mobili che vanno dal palmare, al portatile, al tablet pc, che le hanno permesso di realizzare soluzioni di mobility per aziende quali la Deutsche Post, basate su palmari iPaq per la mappatura dei percorsi e di gestione della consegna, nonché per applicazioni aeroportuali nella gestione dei bagagli. Il mobile, secondo Hp, si sta avviando ad avere un ruolo notevole anche per l’Rfid, per la localizzazione automatica di oggetti e, (aspetto che causa qualche brivido) per le persone.


Su una strada non molto dissimile da quella di Hp si è posizionata anche Fujitsu Siemens Computers, che ha sviluppato una gamma di soluzioni che spazia anch’essa dai palmari ai tablet e che di recente ha realizzato un progetto per l’ambito ospedaliero centrato sull’utilizzo di tablet che i medici utilizzano per ottimizzare l’interazione con i pazienti e la gestione di referti, analisi o radiografie.


Se dalle società It si passa a quelle di Tlc il livello di interesse non cambia. Un esempio è costituito da Alcatel e dai suoi recenti annunci nel segmento della gestione integrata di fonia e dati. Il più recente rilascio della società nel segmento della fonia, come ci ha illustrato Andrea Marrubini, direttore marketing della divisione Enterprise di Alcatel Italia, è un Ip Pbx fortemente caratterizzato in chiave mobile, con il wireless che copre sia ambienti dipartimentali in tecnica Dect che geografici tramite la gestione automatica di funzione di roaming che permettono di instradare automaticamente una chiamata entrante verso un utente remoto connesso sia a una rete fissa che mobile.


Il wireless però, nella soluzione Alcatel, si è fatto strada anche verso il basso. I telefoni Ip previsti per il sistema adottano, infatti, la tecnologia Bluetooth per la connessione tra la cornetta e il dispositivo fisso, cosa che permette di muoversi in un raggio di una decina di metri dimenticandosi il vincolo del classico cordone. L’importante è ricordarsi di non tenersi in tasca la cornetta.

L’approccio degli operatori


Dai produttori agli operatori il passo è breve ma l’interesse non cambia, anzi, parlando di Nokia aumenta, soprattutto per l’ambito aziendale. Nokia ha sviluppato la soluzione Symbian, un’architettura per applicazioni mobili che comprende soluzioni che sono quelle tipiche per un’azienda e che vanno dalla connettività tramite reti Vpn al messaging, alle soluzioni di front end e di back end sino alle classiche applicazioni di posta elettronica, soluzioni peraltro, sviluppate in parte con partner del calibro di Oracle e di Ibm. Uno dei punti maggiormente affrontato dalla società è però quello di cosa fare per permettere l’accesso alle applicazioni e alle informazioni indipendentemente dal terminale utilizzato. La risposta l’ha data sviluppando una soluzione, il Nokia Access Mobilizer, che consiste in un server collocato a valle del firewall perimetrale e che ha il compito di presentare le informazioni all’utilizzatore wireless adattandole automaticamente al tipo di schermo presente sul dispositivo che viene utilizzato per la connessione.


Chi sta applicando il concetto wireless in settori non esplorati come meriterebbero è invece la Rad (società israeliana rappresentata in Italia da Cie Telematica). Uno dei suoi punti di forza è lo sviluppo di soluzioni wireless point to point e multipoint per la connessione di sedi poste nel raggio da poche centinaia di metri ad alcuni chilometri utilizzando sia canali radio che a infrarosso. Le soluzioni che ha sviluppato si basano su standard internazionali e, nel caso delle tecniche a infrarosso, non richiedono licenze e permettono di estendere con modalità wireless connessioni Ethernet ad alta velocità, il tutto a costi che, complice anche il valore dell’euro, lasciano ipotizzare tempi di ammortamento ultrarapidi.


La mobilità non è solo apparati ma soprattutto servizi. Questo concetto è alla base della strategia di Nortel per le Wireless Data Network (Wdn), che è stata definita congiuntamente agli operatori. Pietro Stama, marketing manager per il wireless di Nortel, ha affermato: “Combinando accesso broadband e trasporto su backbone Ip abbiamo sviluppato la piattaforma Multimedia Communication Platform (Mcp – ndr), che consente il rapido sviluppo di nuovi servizi basati sul protocollo Sip”. L’elevata programmabilità della Mcp consente a un operatore di realizzare servizi che spaziano dal video alla messaggistica, dal Web pushing ai personal assistant, dalla gestione delle telefonate alla condivisione delle applicazioni. La mobilità interessa non solo i produttori di hardware ma anche quelli software. Tra questi, Oracle vanta una presenza quasi decennale sul fronte del supporto alla mobilità. Già nel 1995 infatti, aveva rilasciato il database mobile Oracle7. Un impegno che, secondo quanto affermato da Marco Ciavarella, solution sales specialist di Oracle Italia, è continuato ininterrottamente fino ai recenti annunci di Oracle Collaboration suite 2.0 e di Oracle 9i As Wireless 9.04. “A patto di avere una precisa strategia per il mobile le aziende possono sfruttare i molti vantaggi dell’m-business, potendone anche misurare il Roi” ha affermato.

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