Erp per tutti e non invasivi. Il credo di Microsoft

In Italia l’area Erp di Microsoft, rappresentata da Dynamics Nav e Ax ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2009 (partito nel luglio 2008 e concluso a dicembre) con una crescita del 41% del numero di nuovi clienti acquisiti, rispetto al pari perio …

In Italia l’area Erp di Microsoft, rappresentata da Dynamics Nav e Ax ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2009 (partito nel luglio 2008 e concluso a dicembre) con una crescita del 41% del numero di nuovi clienti acquisiti, rispetto al pari periodo di un anno prima, portando il numero totale dell’installato a oltre 2.500 unità.

«Valore nettamente in contro tendenza, soprattutto in un contesto di forte crisi economica, che rappresenta anche un importante rafforzamento del brand – ha sottolineato Giovanni Zoffoli, direttore marketing Divisione Microsoft Dynamics -. Una prima spiegazione di questo successo, che viene ribadita dai clienti stessi, è che i nostri sistemi non sono invasivi, in quanto non impongono delle strutture predefinite che “ingessano” l’azienda, approccio, quest’ultimo, un po’ vecchio stile, che la portava a dover affrontare un periodo di revisione, che poteva essere organizzativa ma anche di processo, e che durava mesi. Il nostro mercato di riferimento, che è rappresentato dalle medie imprese, ha la necessità di dotarsi di tecnologie che possono essere configurate e personalizzate in base alle diverse esigenze aziendali. Peraltro, le nostre soluzioni possono essere introdotte gradatamente, eliminando le difficoltà e i sacrifici di chi deve metterle in esercizio e di chi deve utilizzarle tutti i giorni. Infatti, non va dimenticato che l’obiettivo è di aumentare con questi sistemi la produttività, dal momento che un’indagine di Amr Research ha evidenziato che solo un 15% degli utenti aziendali utilizza realmente l’Erp quando c’è».

Un altro motivo del successo di Microsoft in quest’ambito, secondo Zoffoli, è dovuto alla necessità degli utenti di sostituire sistemi obsoleti, che sono nati con le precedenti ondate tecnologiche e che quindi non hanno saputo evolvere in ottica Web e non hanno una gestione integrata di tutti i processi aziendali.

«Infatti un terzo elemento a vantaggio dei nostri sistemi – ha proseguito il manager – oltre alla scarsa invasività e al facile adattamento, è quello dell’integrazione con tutta l’infrastruttura aziendale: non dimentichiamoci dei portali, che diventano un secondo punto focale nel momento in cui si sviluppa un progetto Erp. Nel senso che quando si è realizzato un set di funzioni e processi coperti dagli Erp, subito dopo i clienti ci chiedono di affrontare i discorsi di integrazione e condivisione, che vanno dal portale all’Outlook, al client nativo del sistema Erp, che si chiama Role Center: ci sono, infatti, oltre 30 ruoli predefiniti all’interno del sistema che un’azienda può prendere e personalizzare sulla propria esigenza. Un altro elemento che porta l’integrazione è quello di definire come seguire le strategie aziendali. Sempre di più i sistemi Erp, secondo il nostro concetto, non devono imporre delle best practice ma seguirle».

E come esempio, il manager ha citato il caso di un’azienda che decide di delocalizzare la produzione in Polonia. Questa potrà scegliere di avere centralizzata in sede, in un unico cruscotto, tutta la gestione operativa del nuovo stabilimento, naturalmente avendo ben visibili gli indicatori di controllo, oppure potrà decidere di accentrare la parte amministrativa e lasciare delocalizzata la parte organizzativa o esecutiva. E tutto questo può farlo direttamente con il sistema Erp.

«Ma un altro fronte cardine su cui siamo oggi impegnati, e che in Italia dobbiamo spingere in modo più deciso, è quello della Business intelligence, che peraltro ha molti significati – ha spiegato Zoffoli -. Per noi Bi vuol dire che ogni persona all’interno dell’azienda, dal magazziniere al direttore generale, deve avere un set di informazioni e/o potersele costruire in modo efficiente per prendere delle decisioni, che possono andare, banalmente, dal rifornire il magazzino di viti alla decisione da parte dell’amministratore delegato di vendere un ramo d’azienda perché non è più profittevole. Per cui una delle prossime sfide è quella di far comprendere agli utenti, anche con ruoli minoritari rispetto al top management, il vantaggio di lavorare con questi strumenti più evoluti».

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