Enterprise Mobility: una sfida oltre l’It

Nelle grandi aziende italiane l’enterprise mobility basata sulle Apps ha aumentato del 30% la soddisfazione dei clienti, rendendole proattive sul mercato.

C’è ancora bisogno di parlare di mobilità, Byod e sicurezza nel mondo Ict?
Probabilmente oggi più che mai, visto che dalla fase delle ipotesi e degli scenari siamo ormai di fatto entrati nella fase operativa, nella quale le fondamenta sono state posate, le soluzioni esistono, i risultati si misurano.
Non bisogna però mai dimenticare che dietro la ”nuova It” c’è sempre un Cio, al quale spetta il compito di gestire le sfide, i nuovi device, le nuove tipologie di applicazioni, la sicurezza, e al quale, soprattutto, è richiesto di trasformare i nuovi asset in opportunità, inserendoli in processi che già ci sono.
Siamo in una fase di cambiamento importante, a maggior ragione in un Paese come l’Italia, che ha bisogno di mettere in opera un recupero di produttività grazie al cambiamento tecnologico.


Un mondo di App

E il recupero, a quanto pare, si vede.
Secondo un nuovo studio internazionale commissionato da Ca Technologies, le aziende italiane che hanno adottato una strategia di Enterprise Mobility registrano un incremento del 30% nella customer satisfaction, segnando il dato più alto in Europa.
Lo studio, intitolato Enterprise Mobility: It’s All About the Apps, rivela che i benefici rilevati dalle società italiane riguardano sia il cliente sia il business aziendale: un miglioramento del 27% nella produttività dei dipendenti, un aumento del 25% nella fidelizzazione del personale e una crescita del 23% nel numero di clienti che utilizzano i loro software e servizi.
L’indagine è stata realizzata dalla società di ricerca Vanson Bourne su incarico di Ca Technologies nella seconda metà del 2013, intervistando 1.300 responsabili It in 21 Paesi, dei quali 650 in Europa e 75 in Italia (oltre metà con almeno 3.000 dipendenti).


Budget e collaborazione frenano i progetti

Nonostante i benefici dimostrati dalle strategie di mobilità, i costi di realizzazione e le problematiche di sicurezza continuano ad essere considerati il principale ostacolo per le aziende italiane. Secondo questa indagine, il 49% degli intervistati incontra grosse difficoltà a implementare progetti di mobility a causa di ristrettezze nel budget (il secondo dato più alto in Europa), mentre il 39% è preoccupato circa le eventuali ricadute su security e privacy.
Un altro elemento che distingue gli italiani dagli altri è nella collaborazione interna: il 32% trova in questo un ostacolo allo sviluppo del mobile, mentre la percentuale media si ferma al 21%.
I timori riguardanti budget e sicurezza potrebbero essere la ragione del tasso lievemente più basso di adozione dell’enterprise mobility in Italia: il 45% dei soggetti intervistati dispone già di una strategia aziendale per la mobility o ce l’avrà entro i prossimi 12 mesi, in ritardo rispetto alla media europea (50%).


Da reattività a proattività

Le tre priorità di sviluppo sono App per i clienti (39%), Byod interno all’azienda (37%) ed App per i dipendenti (24%): l’approccio basato sulle App quindi raccoglie il 63% dei consensi.
Infatti il 75% degli intervistati ha indicato lo sviluppo di mobile app per i clienti come priorità numero uno, contro il 25% a favore dei progetti Byod interni e della gestione dei device dei dipendenti.
La scelta di agire con il filtro delle App anche sui dipendenti ha una ulteriore motivazione nell’agilità della soluzione. Le scelte legate al byod, infatti, sono chiuse sul mondo dei dipendenti e non danno indicatori né attuatori relativi al mercato. Operare su apps, invece, rende l’azienda proattiva anziché reattiva sia internamente all’azienda, sia sul mercato.


Una modalità operativa

C’è però una metodologia, che emerge dallo studio e che Ca Technologies raccomanda, che può aiutare le aziende a perseguire una strategia di enterprise mobility convincente.

  • Si parte dalla strategia, sostiene l’azienda, che deve essere chiara e pervasiva.
  • Il secondo step è rappresentato dalla ricerca di risorse qualificate, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.
  • È poi importante trovare sinergie di budget tra team diversi, collaborando in ottica DevOps.
  • La sicurezza è il quarto punto dell’action plan: è un pillar importante, a maggior ragione se non ci si limita a considerare il solo device o la sola App, ma anche i contenuti e i dati che risiedono in ciascuno di essi.
  • Infine l’ultimo aspetto è legato all’organizzazione: bisogna formare e reclutare personale esperto.

Se desiderate approfondire il tema DevOps, scoprire come sia possibile allineare la tecnologia al Business, potete seguire il Webinar dedicato a questa tematica, realizzato in collaborazione con CaTechnologies.

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