Energia solare: cronaca di un successo annunciato

Con il Conto Energia è incominciata la produzione di energia fotovoltaica in Italia. Un piccolo, ma importante contributo all’energia pulita nel nostro paese: norme, finanziamenti, prospettive dell’industria

di Giampietro Garioni, Consulente di finanza e internazionalizzazione, docente del Master in Commercio Internazionale e di Economia e tecnica degli scambi internaz. all’Università di Padova



Il 2009 è stato caratterizzato dal gran parlare che si è fatto di economia verde, di clima, di fonti energetiche rinnovabili, di sviluppo sostenibile. In realtà, più parole che fatti. Ma se non altro, per fortuna di questi argomenti si comincia a parlare anche ai massimi livelli, e speriamo che i fatti seguano. Il 7 dicembre 2009, in occasione dell’apertura della Conferenza di Copenaghen sul clima, 56 giornali in 45 paesi diversi di tutti i continenti sono usciti con un editoriale identico, intitolato “Ci resta poco tempo” (per salvare il pianeta), a testimonianza di come in tutto il mondo prevalga ormai la consapevolezza che i problemi dei cambiamenti climatici, del progressivo esaurimento delle fonti fossili, delle eccessive emissioni di CO2 ed altri gas serra, della necessità di un controllo più democratico delle fonti di energia, siano problemi che tutti i governi e tutti i paesi debbano affrontare insieme.


In Italia cosa si è fatto al riguardo? Molto poco, in realtà. Ma, almeno in un caso, si è avuto negli ultimi anni un successo: nel caso dell’energia solare. Certamente si tratta di una piccola goccia nel mare magnum del fabbisogno energetico italiano. Ma il mare è pur sempre fatto di tante piccole gocce, e da qualche parte bisognava pure cominciare. Al di là dei numeri, molto esigui (sempre rispetto all’enorme quantità di energia consumata nel nostro paese), rimane l’esempio di un efficiente connubio fra una legge chiara e flessibile, la capacità di controllo ed organizzazione di una delle più efficaci agenzie dello Stato (il Gestore dei Servizi Energetici – Gse), l’interesse di molte famiglie ed imprese a cimentarsi nella produzione di energia elettrica, l’intervento a supporto del sistema finanziario, che ha saputo cogliere al volo l’occasione di una serie di finanziamenti con poco rischio e fonte certa di rimborso.


In questo articolo vogliamo cercare di capire come è nata questa storia di un piccolo, ma significativo successo, perché capire gli aspetti positivi, ma anche gli errori delle leggi, vuol dire ripetere altre storie di successo.


Partendo da molto lontano, e cioè appunto dal maggior problema della nostra economia: l’energia.



Energia in Italia: domanda, consumi, fonti rinnovabili
La domanda di energia primaria nel nostro paese si attesta nel 2008 a 192 Mtep (vuol dire 192 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, l’unità base di misura di energia), ed è ripartita, tra le varie fonti primarie di energia, come indicato nella tavola sotto.


Questa domanda, a parte una quota non irrilevante di autoconsumo per produzione e dispersione, dà luogo a consumi che riguardano per circa il 35% i trasporti, altrettanto per i fabbisogni civili, il rimanente 30% per l’industria.


Soffermandoci ora solo sulla domanda nazionale di energia elettrica, essa era di 340 mila GWh (ossia 340 miliardi di kWh) nel 2007 (dati forniti da Terna, nel 2008 è prevedibile una leggera contrazione, data la crisi economica).























Fonti



Percentuale



Combustibili fossili (meno le biomasse) bruciati in centrali termoelettriche:


di cui:



  • Gas naturali

  • Carbone

  • Derivati del petrolio

  • Altri combustibili

  • Biomasse e rifiuti




73,8



65,2


16,6


8,6


7,6


2,0



Fonti energetiche rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, eolico, geotermoelettrico)



13,4



Importazione di energia



12,8




Fonte: rielaborazione su dati forniti da Terna





  • la gran parte della domanda nazionale (oltre il 48%) è soddisfatta dai gas naturali, che, se da un lato sono meglio del petrolio (pur essendo combustibili fossili, hanno minori emissioni di gas serra), dall’altro pongono qualche vincolo. Innanzitutto, poiché nel tempo i giacimenti di gas naturali in Italia si dimostrano sempre più insufficienti rispetto alla domanda di questa fonte energetica (ne soddisfano solo l’11%), è necessario importarli; per di più le importazioni avvengono da paesi non sempre politicamente o economicamente “facili” (principalmente dalla Russia e dall’Algeria, con quote minori da Norvegia, Libia, Iran e Paesi Bassi);



  • il petrolio, che fa la parte del leone nel settore dei trasporti, ha una quota abbastanza ridotta nella produzione di energia elettrica;



  • l’Italia è il secondo paese al mondo per importazione diretta di energia elettrica, dopo la Germania;



  • il nostro paese dipende dall’estero per circa l’84% del suo fabbisogno d’energia, restando esposta sia alle variazioni dei prezzi, sia alle influenze geopolitiche nelle forniture di combustibili fossili;



  • i dati del 2008, di cui tuttavia non sono ancora stati forniti tutti i dettagli, rivelano soprattutto un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, nel quadro di un Consumo Interno Lordo (Cil) in leggero calo rispetto al 2007 (-0,3%).



Venendo ora alle fonti energetiche rinnovabili (Fer), nella tavola seguente sono esposti i dati relativi alle varie fonti, ossia per ciascuna di esse, numero impianti, potenza efficiente lorda (in MWpe, Megawatt di potenza efficiente) e produzione lorda reale (in GWh, milioni di Kilowatt ora).




Impianti da Fer installati in Italia al 31.12.2008





























































Fonte



Numero impianti



Potenza efficiente lorda (MWpe)



Produzione reale lorda (GWh)



Idrica



2.128



17.623



41.623



Eolica



203



3.537



4.861



Solare



7.647



431



193



Geotermica



31



711



5.520



Biomasse e rifiuti



312



1.555



5.966



Totale



34.827



23.858



58.164



Rispetto al 2007



+ 337%



+ 7%



+ 21,4%



Quota produzione reale lorda da impianti Fer su Consumi Interni Lordi :


nel 2007


nel 2008






– 13,5%


– 16,5%




Fonte: Rielaborazione su dati Gse, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia – Anno 2008




  • la produzione reale lorda da impianti Fer è cresciuta notevolmente, grazie alle sue componenti idroelettrica, eolica e solare; la sua quota sui Consumi Interni Lordi di energia si è portata dal 13,5% nel 2007 al 16,5% nel 2008;

  • la Fer di gran lunga più importante è quella idroelettrica, grazie soprattutto agli investimenti effettuati nel secolo scorso. Tuttavia lo spazio residuo per nuovi sfruttamenti di tale fonte si è molto ristretto negli ultimi anni;



  • la fonte solare-fotovoltaica, pur contribuendo in misura marginale alla produzione reale, è quella che è rappresentata nel maggior numero di impianti, cresciuti a ritmo vertiginoso negli ultimi tre anni, grazie alla spinta del nuovo conto energia, di cui parleremo in seguito. In precedenza, fino al 2006, erano stati installati impianti per appena 7MW di potenza efficiente.


La crescita del solare è continuata con ancor più vigore nel 2009. Secondo un comunicato del Gse del 25 novembre 2009, la potenza installata degli impianti fotovoltaici incentivati dal conto energia ha superato i 700 MW su tutto il territorio nazionale. Tale potenza si riferisce a 56.285 impianti entrati in esercizio (tra vecchio e nuovo conto energia) da quando è attivo il meccanismo di incentivazione dell’energia prodotta da fotovoltaico gestito dal Gestore dei Servizi Energetici.


Le regioni con una maggiore potenza installata sono la Puglia (96 MW), la Lombardia (84 MW) e l’Emilia Romagna (62 MW) mentre quelle con maggior numero di impianti la Lombardia (8.630), l’Emilia Romagna (5.293) e il Veneto (5.166).


Il Gse pubblica, sul proprio sito, www.gse.it, un contatore fotovoltaico, in cui vengono aggiornati in real time il numero degli impianti in esercizio e la loro potenza (in kW), secondo il Nuovo conto energia e il Primo conto energia.



Il contatore fotovoltaico




Nuovo conto energia


Impianti in esercizio: 51.219


Potenza (kW): 550.262


Primo conto energia


Impianti in esercizio: 5.729


Potenza (kW): 164.198




Fonte: Home page del sito del Gse, www.gse.it, 8 dicembre 2009



Normativa italiana sulle Fer
La normativa italiana in materia di Fer è molto complessa ed articolata. Essa trova origine dalla direttiva 96/92/CE sulle “Norme comuni per il mercato interno di energia”, che viene recepita con il decr 16 marzo 2009 n.79 “Attuazione direttiva 96/92/CE”, il c.d. decreto Bersani, che ha liberalizzato il mercato interno dell’energia e sancito l’obbligo di acquisto di Certificati Verdi (in realtà alcuni provvedimenti sono precedenti, ma questa è la norma principale che presiede alle successive evoluzioni in materia).


Nella tavola seguente sono esposte alcune fra le principali norme in materia di Fer, in particolare per quel che riguarda l’energia fotovoltaica.


La produzione di energia fotovoltaica incomincia in pratica con l’emanazione del Dm 28 luglio 2005, che contiene i criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica (primo Conto energia).


Il primo Conto energia ha modificato radicalmente l’impostazione degli incentivi a favore delle Fer: a differenza del passato, in cui l’incentivazione all’utilizzo delle fonti rinnovabili avveniva mediante assegnazioni di somme a fondo perduto, grazie al quale il privato poteva limitare il capitale investito (come nel caso del famoso Cip 6/92), il meccanismo del “primo Conto energia” è assimilabile a un contributo in conto esercizio, poiché non prevede alcuna facilitazione particolare da parte dello Stato per la messa in servizio dell’impianto. In altri termini, esso consiste nell’incentivazione della produzione elettrica, non dell’investimento necessario per ottenerla. Il privato proprietario dell’impianto fotovoltaico percepisce somme in modo continuato, con cadenza tipicamente mensile, per i primi 20 anni di vita dell’impianto. Condizione indispensabile all’ottenimento delle tariffe incentivanti è che l’impianto sia connesso alla rete (grid connected), e che la dimensione nominale dell’impianto fotovoltaico sia uguale o superiore a 1 KWp. Al riguardo della tecnologia fotovoltaica si veda la tavola “Tecnologia fotovoltaica”.


Tuttavia il primo Conto energia aveva due limiti molto evidenti:



  • una potenza massima ammissibile all’incentivazione di 85 MWp/anno. La potenza di picco di un impianto fotovoltaico si esprime in kWp (chilowatt di picco), cioè la potenza teorica massima che esso può produrre nelle condizioni standard di insolazione e temperatura dei moduli (1000 W/m2 e 25°C);



  • un’eccessiva burocratizzazione nell’accoglimento della richiesta di incentivazione e nelle procedure per l’installazione degli impianti, che ha anche prodotto situazioni di speculazione, specialmente per gli impianti di grande taglia.





Normativa italiana sulle Fer































Riferimenti normativi



Sintesi



Direttiva 96/92/CE



Norme comuni per il mercato interno di energia




Decreto 16/03/99 n.79




Attuazione direttiva 96/92/CE (decreto Bersani che ha sancito l’obbligo di acquisto di certificati verdi)







Direttiva 2001/77/CE



Promozione energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili




Dlgs 29.12.2003, n. 387




Decreto 5.8.2005, n. 181


Del 14.9.2005, n. 188



Dm 28.7.2005




Dlgs 19.8.2005, n.192




Dlgs 29.12.2006, n. 311





Finanziaria 2007


Legge 27.12.2006, n. 296




Dm 19.2.2007






Finanziaria 2008


Legge 24.12.2007, n. 244





Finanziaria 2009


Legge 22.12.2008, n. 203




Dl 23.7.2009, n. 99



Protocollo di Kyoto 11.12.1997



29.4.1998



Direttiva 2003/87/CE Emissions Trading



Disegno di Legge 11.07.2006 n.786



Attuazione direttiva 2001/77/CE sulla promozione fonti rinnovabili, il conto energia viene recepito nell’ordinamento italiano



Termini di attuazione conto energia


Stabilisce i modi di erogazione degli incentivi



Concerne i criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica (primo Conto Energia)



Obbligatorietà in edilizia della predisposizione al solare termico e fotovoltaico




Integra il Dlgs 192/05 inserendo l’obbligo che nelle nuove costruzioni o restaurazioni che prevedono un impianto termico, devono essere realizzate in modo che il 50% di energia sia creata da fonti rinnovabili



Obbligo di dotare tutte le nuove costruzioni d’impianti solari fotovoltaici di potenza non inferiore a 0,2KW




Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell’articolo 7 del Dlgs 29 dicembre 2003, n. 387 (nuovo Conto Energia)




Innalzamento del limite inferiore a 1KW e obbligo d’installazione d’impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili





Conferma e proroga al 2011 delle disposizioni comma 17 della Finanziaria 2008, consistenti nella detrazione Irpef al 36% relative ad interventi di restaurazione e l’aliquota Iva agevolata al 10%



Disposizioni per lo sviluppo e internazionalizzazione, nonché in materia di energia



Misure atte a ridurre le emissioni di CO2 nei paesi industrializzate



La comunità Europea pone la firma al protocollo.



Direttiva che riconosce e attua il protocollo di Kyoto nella comunità europea



In attesa di approvazione da parte del Senato per l’attuazione in Italia della direttiva 2003/87/CE






La tecnologia fotovoltaica




La tecnologia fotovoltaica consente di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica. Essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico che è basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (fra cui il silicio, elemento molto diffuso in natura) che, opportunamente trattati, sono in grado di generare elettricità se colpiti dalla radiazione solare, senza quindi l’uso di alcun combustibile.


Il dispositivo più elementare capace di operare una tale conversione è la cella fotovoltaica che è in grado di erogare tipicamente 1/1,5W di potenza quando è investita da una radiazione di 1000 W/m2 (condizioni standard di irraggiamento).


Più celle assemblate e collegate in serie tra loro in un’unica struttura formano il modulo fotovoltaico. Un modulo tipo, formato da 36 celle, ha una superficie di circa mezzo metro quadrato ed eroga, in condizioni ottimali, circa 40-50W. Un metro quadrato di moduli produce una energia media giornaliera tra 0,4 e 0,6 kWh, in funzione dell’efficienza di conversione e dell’intensità della radiazione solare.


Un insieme di moduli, connessi elettricamente tra loro, costituisce il campo fotovoltaico che, insieme ad altri componenti meccanici, elettrici ed elettronici, consente di realizzare i sistemi fotovoltaici. Il sistema, nel suo insieme, capta e trasforma l’energia solare disponibile e la rende utilizzabile per l’utenza sotto forma di energia elettrica. La sua struttura può essere molto varia a seconda del tipo di applicazione. Una prima distinzione può essere fatta tra sistemi isolati (stand-alone) e sistemi collegati alla rete (grid connected).


Nei sistemi isolati, in cui la sola energia è quella prodotta dal fotovoltaico, accanto al generatore occorre prevedere un sistema di accumulo (in genere costituito da batterie simili a quelle utilizzate per le auto e dal relativo apparecchio di controllo e regolazione della carica) che è reso necessario dal fatto che il generatore può fornire energia solo nelle ore diurne, mentre spesso la richiesta maggiore si ha durante le ore serali (illuminazione o apparecchi radio-Tv). È opportuno prevedere quindi un dimensionamento del campo fotovoltaico in grado di permettere, durante le ore di insolazione, sia l’alimentazione del carico, sia la ricarica delle batterie di accumulo. Poiché l’energia prodotta dal generatore è sotto forma di corrente continua (Cc), qualora si debbano alimentare apparecchi che funzionino con corrente alternata (Ca), è necessario introdurre nel sistema un dispositivo elettronico, detto inverter, che provvede alla conversione da corrente Cc a Ca.


Nei sistemi collegati alla rete l’inverter è sempre presente mentre, al contrario degli impianti stand-alone, non è previsto il sistema di accumulo in quanto l’energia prodotta durante le ore di insolazione viene immessa nella rete; viceversa, nelle ore notturne il carico locale viene alimentato dalla rete. Un sistema di questo tipo è, sotto il punto di vista della continuità di servizio, più affidabile di un sistema isolato.





Nuovo Conto Energia
Grazie al Dm 19 febbraio 2007 “Criteri per l’incentivazione dell’energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”, il Ministero dello Sviluppo economico ha fissato i nuovi criteri per incoraggiare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Il provvedimento ha consentito di eliminare parte delle lungaggini burocratiche che appesantivano il precedente “Conto Energia”. In particolare non è più necessario attendere l’accoglimento da parte del Gse (ex Grtn) delle tariffe incentivate, poiché una volta richiesto l’allacciamento al Gestore di rete locale, si può procedere direttamente alla realizzazione dell’impianto (sulla sola base della Dichiarazione d’inizio attività), e dopo averlo collegato alla rete elettrica ottenere il riconoscimento per 20 anni della tariffa incentivante in base al tipo di impianto realizzato. Un’importante novità introdotta, confermata dopo alcune controverse interpretazioni dalla circolare n. 66/E del 6 dicembre 2007, riguarda il fatto che, contrariamente a quanto previsto per la vecchia normativa, ora la tariffa incentivante è applicata su tutta l’energia prodotta e non solamente su quella prodotta e consumata in loco. Un’altra innovazione riguarda l’eliminazione del limite annuale, in precedenza fissato a 85 MWp (che, come visto, è stato ampiamente superato nel periodo 2007-9).


L’energia elettrica viene ceduta in rete dal proprietario dell’impianto fotovoltaico (famiglia, impresa, ente pubblico, condominio) attraverso il meccanismo di Scambio sul Posto, che funziona nel modo seguente (esiste anche un’altra modalità, detta di “Ritiro dedicato”, utilizzata solo per gli impianti di maggiore dimensione). L’utente rimane connesso alla rete elettrica, consuma l’energia che serve quando serve, a prescindere dalla produzione dell’impianto fotovoltaico, senza alcuna differenza con quello che avveniva prima dell’installazione dell’impianto stesso. Il Gse (dal 1 Gennaio 2009) tiene conto dell’energia prodotta in eccesso e immessa in rete, e rimborsa i consumi avvenuti in assenza di produzione fotovoltaica con un “Contributo in Conto Scambio” pari al valore minimo tra il valore dell’energia e quello pagato al gestore per l’acquisto. Se l’energia immessa in rete è maggiore di quella prelevata si accumula un credito in euro che potrà essere utilizzato negli anni successivi.


Le componenti di ricavo per un impianto connesso secondo la modalità “Scambio sul posto” sono quindi:


1) incentivi, calcolati sull’intera produzione fotovoltaica;


2) rimborso per la quota di energia consumata, non eccedente la quantità di energia immessa in rete;


3) risparmio ottenuto autoconsumando direttamente energia prodotta.


Gli incentivi variano a seconda di due fattori:


1) la taglia di potenza dell’impianto, suddivisa in tre fasce (gli impianti più piccoli hanno incentivi maggiori);


2) le caratteristiche dell’impianto, che può essere:



  • impianto non integrato: gli impianti fotovoltaici non integrati sono cosiddetti perché appunto non si integrano armoniosamente con le strutture o superfici che li ospitano. Si tratta di impianti generalmente realizzati a terra o anche su parti strutturali di edifici quali terrazzi, falde, pensiline ecc. I pannelli sono installati in maniera non complanare alle superfici su cui sono fissati. Generalmente hanno un impatto maggiore dal punto di vista estetico e quindi non sono gradevoli alla vista. Per questo genere di impianti le tariffe incentivanti sono inferiori rispetto alle tipologie di impianti integrati e parzialmente integrati;

  • impianto parzialmente integrato: l’impianto fotovoltaico parzialmente integrato si ha quando i moduli non sostituiscono i materiali che costituiscono la superficie d’ appoggio e vengono installati su: tetti piani e terrazze, in modo complanare, ad esempio sul manto di copertura. Possono essere considerati parzialmente integrati anche quei pannelli installati ad esempio su una terrazza circondata da balaustra la quale nasconda parzialmente i pannelli fotovoltaici. Generalmente gli impianti parzialmente integrati vengono utilizzati su fabbricati o parti di questi che risultano già esistenti. Le tariffe incentivanti sono maggiori rispetto a quelle stabilite per l’ impianto non integrato;

  • impianto integrato: l’impianto fotovoltaico completamente integrato è costituito da un insieme di moduli che si integrano completamente con la struttura architettonica. È ovvio che è più semplice realizzare questo genere di impianto quando si è ancora nella fase progettuale del fabbricato, in quanto è possibile valutare il tipo di impatto e le soluzioni migliori. Le tariffe incentivanti sono le più elevate.


Il Dm 19.2.2007 descrive in dettaglio tutte le caratteristiche dei tre tipi di impianto.



La tavola seguente descrive gli incentivi previsti dal Nuovo Conto Energia per il 2009. A partire dal 1° gennaio 2010 (fa testo la data di entrata in funzione dell’impianto) tali incentivi verranno ridotti del 2% fino al 31.12.2010, data ultima per la concessione dei contributi secondo il Dm 19.2.2007.


La durata del periodo di erogazione delle tariffe incentivanti è di 20 anni.


Sono inoltre previsti casi di aumento delle tariffe incentivanti :



  • +5% per autoproduttori, scuole, strutture sanitarie pubbliche, impianti integrati in sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto, enti locali con popolazione residente inferiore a 5000 abitanti;



  • fino ad un massimo del 30% qualora l’impianto sia abbinato ad interventi volti ad ottenere maggiore efficienza energetica (c.d. “premio”).


Possono beneficiare delle tariffe e del premio prima indicati:


a) le persone fisiche;


b) le persone giuridiche;


c) i soggetti pubblici;


d) i condomini di unità abitative e/o di edifici.



Incentivi previsti dal Nuovo Conto Energia (anno 2009)



Fonte: Dm 19 febbraio 2007 “Criteri per l’incentivazione dell’energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”





Un successo, grazie anche ai finanziamenti
Gli incentivi appetibili, e soprattutto la poca burocrazia del Nuovo Conto Energia ne hanno presto decretato il successo. L’Italia è stata il terzo paese al mondo, dopo Spagna e Germania, per installazioni di fotovoltaico nel 2008, e certamente, come abbiamo visto dai dati del Gse, il successo si è ripetuto nel 2009 e continuerà nel 2010. Tanto che l’obiettivo di raggiungere, entro fine 2010, la quota di 1200 MWp di impianti installati (quota massima agevolabile sulla base del Dm 19.2.2007) non sembra fuori dalla nostra portata.


Al gradimento di questa norma ha contribuito non poco la partecipazione del mondo bancario e finanziario, che vi ha intravisto un’occasione per tanti finanziamenti a famiglie e imprese, come dicevamo, con poco rischio e fonte certa di rimborso.


Una cinquantina, fra banche e società di leasing di tutte le dimensioni (dai giganti del credito italiano alle banche di credito cooperativo), ha messo a punto una serie di pacchetti di finanziamento delle operazioni di acquisto ed installazione di impianti fotovoltaici, con termini e condizioni differenti, per cui il debitore interessato ha anche l’opportunità di scelta fra diverse alternative.


Ad esempio, Legambiente e Banche di Credito cooperativo (Federcasse) hanno firmato un accordo che permette di usufruire di finanziamenti molto vantaggiosi per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica, con le seguenti caratteristiche:



  • interventi finanziabili: installazione d’impianti a fonte energetica rinnovabile e interventi di efficienza energetica;



  • beneficiari: privati, aziende, enti pubblici, associazioni e condomini;



  • importo finanziabile: massimo 200.000 euro; 100% dell’importo, Iva compresa;



  • rimborso: rateale;



  • durata massima: 20 anni;



  • preammortamento: massimo di 2 anni;



  • tasso: euribor 6 mesi + massimo 1,5%.


I finanziamenti delle banche, di importo che va da un minimo di 10 a un massimo di 300 mila euro, hanno durata compresa fra i 10 e i 15 anni e si basano in genere su un pacchetto di garanzie che comprende sempre la cessione in garanzia dei crediti derivanti dai contratti di fornitura di energia ed il pegno sul Conto Energia. La cessione è effettuata pro solvendo a favore del cessionario (la banca finanziatrice), a garanzia del finanziamento dallo stesso concesso e di quanto ad esso dovuto per capitale, interessi, tasse, imposte, spese, e ogni altro accessorio.


Nel caso di impianti di maggiori dimensioni, gestiti da una società progetto costituita ad hoc (Spv, Special Purpose Vehicle), alla cessione dei crediti si aggiungono le tradizionali garanzie che fanno parte di un security package in un’operazione di finanza strutturata, come:



  • pegno sulle azioni o quote delle Spv che prendono parte al progetto;



  • ipoteca sul fondo sul quale sarà realizzato il progetto o sul diritto di superficie costituito in favore della Spv;



  • pegno e/o privilegio speciale su beni mobili destinati all’esercizio dell’impresa;



  • pegno sui saldi dei conti correnti bancari aperti dalla Svp riguardo alla realizzazione del progetto d’impianto fotovoltaico.


Poiché i costi di gestione di un impianto Fv sono minimi, il pay back period (ossia il periodo in cui il progetto si ripaga tramite i suoi ricavi netti) di un impianto finanziato secondo le modalità sopra descritte è in genere compreso fra i 10 e i 12 anni, a seconda della tariffa incentivante e della località dove è installato (al sud sono stimate 1200 ore medie di irraggiamento utile, al nord 1000).


Il che vuol dire che in 10-12 anni l’impianto, che viene comprato con un finanziamento che copre il 100% dei costi d’investimento iniziali, si ripaga completamente; per i successivi 8-10 anni i ricavi e la tariffa incentivante servono a diminuire notevolmente il costo della bolletta energetica del proprietario, e rimane ancora una vita residua (la vita media di un impianto Fv è di 25-30 anni).


Cosa avverrà dopo il 2010?
Come in precedenza accennato, il target di 1.200 MWp rappresenta la soglia massima per l’erogazione degli incentivi e in termini di tempo ciò significa che rimane solo un anno di disponibilità per sfruttare tale vantaggio. Il 2010 segnerebbe quindi la fine del Conto Energia, almeno nella sua formulazione attuale. L’Europa stessa, che da una parte si pone, e pone ai suoi Stati membri, obiettivi ambiziosi di crescita dell’utilizzo delle Fer, propone di tagliare gli incentivi italiani per la diffusione del fotovoltaico. Sicuramente la futura versione del Conto Energia, che dovrebbe entrare in vigore dopo il 2010, cercherà di contenere i costi.


Una proposta presentata da Confindustria Anie/Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane), propone una riduzione morbida delle tariffe incentivanti: per il quinquennio 2011-2015 Confindustria vuole portare il limite di potenza incentivabile da 1.200 MWp ad almeno 7.000 MWp, nonché riformulare la suddivisione per classi di potenza (dalle attuali 3 a 5). Il taglio dell’incentivo, secondo le classi di potenza, sarebbe compreso tra il 5 e il 20%. Dal 2012 fino al 2015 le tariffe potrebbero poi subire un’ulteriore riduzione annua pari al 5%, continuando comunque a garantire adeguati profitti agli investitori e alla filiera industriale. La diminuzione degli incentivi sarebbe inoltre compensata dalla diminuzione dei costi di investimento, dato che l’industria mondiale del Fv è in veloce evoluzione, e questa evoluzione porterà inevitabilmente a nuove tecnologie e diminuzione dei costi d’impianto.


Secondo Anie/Gifi, grazie a questa nuova proposta di regime tariffario, entro il 2020 si garantirebbero inoltre l’installazione di 15.000 MWp d’impianti fotovoltaici e la creazione, lungo tutta la filiera, di almeno 90.000 posti di lavoro. Più o meno la stessa produzione energetica di due grandi centrali nucleari, nello stesso periodo di tempo necessario a costruirle, con molti posti di lavoro in più e molti problemi in meno.


Questo mi sembra il lato principale della vicenda. Il Conto Energia si è dimostrato una brillante manovra di politica non solo energetica, ma anche economica. Spingendo sul lato della domanda, potenzialmente ha creato un’offerta (di sistemi Fv) e ha fatto nascere in Italia un’industria ed anche alcuni distretti produttivi, come quello di Padova. Certo, è una filiera ancora all’inizio, perché questo tipo di incentivi è molto recente. Ma lasciamo le conclusioni, nella tavola seguente, a quanto scrive l’Enea, nel già citato Rapporto Energia Ambiente 2008: non c’è bisogno di aggiungere altro.



Enea: prospettiva dell’industria delle Fer
L’espansione del settore costituisce quindi una opportunità di sviluppo industriale basato sulla crescita di attività e prodotti innovativi, a forte intensità di capitale e con un rilevante impatto occupazionale. Alcune di queste attività (assemblaggio, installazione e montaggio), sono strettamente legate al territorio in cui si realizzano gli investimenti, mentre le attività a maggior contenuto tecnologico (in generale la realizzazione dei componenti degli impianti) possono essere delocalizzate e divenire oggetto di interscambio commerciale. Lo sviluppo di competenze nella parte più qualificata di questa filiera produttiva, diviene quindi un fattore decisivo di competitività del sistema industriale.



Un esempio di crescita occupazionale trainata dall’espansione del settore delle rinnovabili è costituito dalla Germania. Il fatturato delle rinnovabili nel 2007 è stato pari a 11 miliardi di euro per la costruzione degli impianti (il 43% nel fotovoltaico) e a 14 miliardi di euro per la vendita di energia (25% circa dall’eolico e 12% circa dal fotovoltaico) con un impatto occupazionale di oltre 250.000 nuovi posti di lavoro.


In Italia si è assistito negli ultimi anni a una forte crescita della capacità produttiva degli impianti da fonti rinnovabili, soprattutto per quanto concerne le tecnologie eolica e fotovoltaica. Dal lato dello sviluppo dell’offerta, tuttavia, la competitività del sistema produttivo nazionale presenta alcuni fattori di criticità e arretratezza. Nel settore delle tecnologie eoliche, l’industria nazionale è relegata alla produzione di componenti meccaniche o nel settore di nicchia delle turbine di piccola taglia. Il settore fotovoltaico, che secondo una ricerca Iefe-Bocconi (Prospettive di sviluppo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica, 2009) ha fatto registrare un fatturato di 1.150 milioni di euro nel 2008 con un incremento del 150% rispetto all’anno precedente, presenta un elevato livello di frammentazione (600 imprese). Gran parte dell’industria nazionale si concentra nelle attività di assemblaggio; in tale segmento sono presenti anche alcune filiali di grandi gruppi internazionali. Solamente l’1,5% dei soggetti nazionali si concentra nel segmento della produzione di wafer e della lavorazione del silicio.


Tale attività copre circa il 52% del volume delle vendite settoriali e si basa in gran parte su prodotti importanti. Migliore è il posizionamento dell’industria nazionale nel segmento di produzione degli inverter e delle apparecchiature elettroniche dove alcuni soggetti hanno raggiunto un buon livello di competitività sui mercati internazionali.


In generale, l’industria italiana delle Fer mostra un elevato grado di dipendenza tecnologica importando circa il 70% dei componenti per gli impianti di generazione da Fer. Le competenze già acquisite in altri comparti industriali (meccanica, automazione, elettrotecnica ed elettronica), la presenza di alcuni punti di forza nell’ambito delle tecnologie energetiche (solare a concentrazione), la flessibilità organizzativa propria dei distretti industriali nazionali e alcune misure di politica industriale potrebbero però agevolare la crescita di questo comparto anche in Italia, permettendogli di coprire una quota maggiore del mercato domestico e internazionale.


Un attendibile scenario dello Iefe-Bocconi evidenzia le potenzialità di sviluppo del settore al 2020: se l’industria nazionale riuscirà a coprire almeno il 70% della quota di mercato domestico, potrà creare 175.000 nuovi posti di lavoro, realizzando un fatturato di 70 miliardi di euro (5,6 miliardi di euro all’anno nel periodo 2008-2020). Tali potenzialità potranno però emergere se le politiche nazionali riusciranno svolgere un appropriato ruolo di indirizzo e stimolo.


In primo luogo vanno sottolineate alcune criticità legate al sistema di sostegno alla domanda, elemento cruciale ma non sufficiente alla creazione di una filiera industriale nel comparto delle rinnovabili:



  • la crescita del mercato necessita soprattutto di regole stabili per ridurre l’incertezza legata alla redditività degli investimenti;



  • il sistema degli incentivi, pur dovendo garantire redditività sufficiente, non deve generare situazioni di rendita tali da frenare lo sviluppo tecnologico del settore; in questo senso il meccanismo andrebbe rivisto come fa rilevare la stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nella sua ultima Relazione Annuale;



  • schemi di incentivazione per l’energia termica da fonti rinnovabili, trasparenti e di immediata comprensione per l’utente potrebbero agevolare la crescita di una filiera dalle grandi potenzialità.


Le politiche fiscali potrebbero svolgere un importante ruolo di attrazione di capitali privati attraverso alcune misure a favore del venture capital e del private equity e attraverso forme di detassazione per gli utili reinvestiti o gli investimenti in ricerca. Il sostegno alla ricerca appare come una linea di intervento cruciale per sfruttare completamente tutti i margini di progresso tecnico che caratterizzano gran parte delle tecnologie rinnovabili. Oltre al necessario sostegno a specifici programmi di ricerca pubblica, va sottolineato come il legame tra università e impresa sia stato uno dei fattori di successo del modello tedesco.


Infine, vale la pena notare che lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili incida profondamente sulla struttura industriale dell’intero settore elettrico. L’incremento della taglia degli impianti alimentati da fonti fossili, che in passato si era rivelato come il principale fattore di incremento di efficienza del sistema, non appare più perseguibile a causa dei vincoli ambientali e dei processi di liberalizzazione (che penalizzano chi immobilizza ingenti somme di denaro). Le utilities elettriche hanno quindi prestato una crescente attenzione agli impianti di piccola taglia alimentati da Fer. Questa evoluzione ha, in alcuni casi, favorito la creazione di utilities specializzate nella produzione da fonti rinnovabili. Appare quindi evidente come le utilities elettriche siano i soggetti industriali in grado di pilotare (assieme ai soggetti pubblici che erogano gli incentivi) lo sviluppo dell’industria delle Fer attraverso grandi contratti di acquisto di energia da rinnovabili, attraverso grandi commesse per la fornitura di componenti, mediante l’acquisizione e l’integrazione verticale con le utilities specializzate.




Fonte: Enea, Rapporto Energia Ambiente 2008



(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento Media)

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