A colloquio con Cecilia Strada, presidente dell’associazione da poco entrata nel programma di Responsabilità Sociale di Microsoft. Le tecnologie come colonna portante anche per una organizzazione umanitaria.

Quando si parla di Emergency, il pensiero corre agli ospedali nelle zone di guerra, agli aiuti alle vittime dei conflitti, della povertà, delle mine antiuomo.
Di sicuro, quando si pensa ad Emergency, la parola ”umanitario” viene sicuramente prima di ”tecnologia”.
Eppure la tecnologia ha un suo ruolo nelle attività dell’associazione, che da poco è entrata a far parte dei programmi di responsabilità sociale di Microsoft.

Come spiega la presidente Cecilia Strada, la tecnologia aiuta ”a lavorare meglio, introducendo modelli più economici ed efficienti nella nostra operatività”.

In una associazione come Emergency, la tecnologia serve per la realizzazione di cartelle cliniche informatizzate, per lo scambio di informazioni in tempo reale tra le strutture attive in Paesi diversi.
Ma soprattutto, ”la tecnologia serve anche come strumento di affermazione dei diritti umani. Non si tratta semplicemente di consentire alle persone di essere curate quando ne hanno bisogno: ma di poterlo essere nei loro Paesi. Per questo, appena possibile, introduciamo tecnologie nuove nei Paesi in cui lavoriamo. È stato così per la prima Tac in Afghanistan, o per il centro di cardiochirurgia realizzato in Sudan, nel quale abbiamo operato persone di 23 Paesi diversi”.

La colonna vertebrale dell’organizzazione è un sistema informatico, che consente di condividere informazioni, lavorare in team sui diversi casi clinici, di fare formazione.
Con Microsoft il progetto si è al momento incentrato sul sistema di posta elettronica, migrando, anche grazie alla collaborazione del partner SoftJam, verso Exchange 2010 con una soluzione realizzata in ambiente virtuale.
”La scelta si è orientata verso un sistema ibrido, che prevede sia soluzioni in cloud, sia soluzioni clusterizzate, irrinunciabili in quei Paesi nei quali la navigazione Internet non è libera”.

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