E-mail, opportunità o rischio?

Due studi a confronto, due diversi modi d’interpretare quello che per molti rimane lo strumento simbolo dell’era Internet. Ne emergono due realtà diverse e un unico dato certo: per ora si tratta di uno strumento privo di regole e controllo

In bilico tra l’essere considerato un’opportunità di business o un rischio
concreto in termini di sicurezza per quanto riguarda la trasmissione di
documenti anche confidenziali, l’e-mail rimane indubbiamente lo strumento
simbolo dell’era Internet.

Se
da una parte Nfo InDepth Interactive, una divisione del società
di ricerca Nfo WorldGroup, ha indagato il fenomeno dal punto di vista della
sicurezza, Imt Strategies

– sponsorizzata da
associazioni di marketing e Internet company -, ha cercato di valutarne
l’efficacia in chiave marketing.

Da un lato ne è emerso che dal 1999 a
oggi lo scambio d’informazioni confidenziali via e-mail tra dipendenti
provenienti da diverse imprese è cresciuto del 356%. Dall’altro che l’utilizzo
dello strumento per diffondere promozioni, pubblicità e quant’altro da parte
delle aziende potrebbe essere uno strumento efficace.
Ma per ora non lo è di
certo.

Stando a quando diffuso da Imt Strategies, oltre il 77% degli
utenti ondine cestinano infatti automaticamente messaggi commerciali inviati via Internet senza neanche leggerli.

Di fatto, insomma, il marketing one-to-one tanto osannato dalle società che operano sul mercato It odierno non è applicato, almeno nella maniera corretta. Quella non invasiva.

Numerosi
utenti, inoltre, lamentano l’inutilità di ricevere messaggi di posta non
correttamente targetizzati e quindi contententi offerte irrilevanti e prive
d’interesse per il proprio business.

Ma se molti passi in avanti devono
ancora essere compiuti in questo senso, anche per quanto riguarda l’invio o la
ricezione d’informazioni sensibili via posta elettronica andrebbero spese alcune
considerazioni.

Prima fra
tutte quella sottolineata da oltre un terzo dei 498 impiegati interpellati
da Nfo InDepth Interactive che hanno ‘candidamente’ confessato di aver ricevuto,
o addirittura inviato inconsapevolmente via e-mail messaggi contenenti
virus.


 

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