È il momento del Digital Compact

Al di là dei ritardi italiani e sudeuropei, è l’Europa nel suo complesso in ritardo nei confronti di Cina, America latina e Usa. Bisogna passare dai consigli alle imposizioni normative.

Senza grosse sorprese, siamo in forte ritardo su tutti i parametri di digitale nazionale previsti dall’Europa per il 2015: l’e-commerce è auspicato al 50% e noi siamo al 17%, eGov (50%) al 19%, Pmi online (33%) al 4% e banda larga 20Mb (100%) ad un lontanissimo 14%.
Sono questi i primi dati presentati nel secondo Forum sull’Agenda digitale promosso da Confindustria Digitale.
E’ giunto il momento di rendere vincolanti i parametri dell’Agenda digitale, dice Confindustria. Com’è già stato per i parametri del Fiscal Compact del 2012, è ora di mettere in piedi un Digital Compact.


L’Europa passi dal dire al fare

Questi gli obiettivi, ancora una volta un mero auspicio, che si spera di centrare. “Ad un anno dal decreto, solo 8 dei 21 decreti attuativi previsti sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale”, ha detto Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale.
“Oggi siamo in una fase importante: non c’è più bisogno di leggi e ci convince l’impulso che sta dando Francesco Caio”.
Su quasi tutti gli indicatori in Europa c’è una divaricazione sulla percentuale di realizzazione: I Paesi del Nord sono vicini, quelli del sud invece lontani.
“Giovedì prossimo a Bruxelles l’Europa si dedicherà all’Agenda Digitale: il Governo europeo non può limitarsi a dare le direttive: serve un impegno forte”, ha concluso Parisi.


Una vera governance Ict per l’Italia

“Non è più etico affrontare le cose senza sapere cosa si compra e cosa si deve”, ha detto Francesco Caio, Commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale italiana. Parlando dell’agenda digitale, “i decreti attuativi messi nella legge sono poco chiari e del tutto irrealizzabili”, ha detto Caio. “Manca del tutto la descrizione di un’architettura informatica di riferimento”: l’obiettivo non è più un nuovo elenco di processi, bensì “lo sviluppo di un’architettura applicativa controllabile” con “una governance che sia il Cio dell’architettura”.
“La vera sfida è l’organizzazione del processo tra Pa centrale, Pa locale ed enti”, un passo centrale “per il passaggio in cloud”, ha concluso.
Caio ha poi brevemente aggiornato lo stato dei tre processi sui quali sta lavorando, ovvero accesso unico, anagrafe unica e fattura elettronica.
Parlando ai fornitori, perché questo è Confindustria Digitale, Caio ha mantenuto la consueta schiettezza. “Uno Stato più efficiente spera di spendere meno e con un’offerta diversa”, è inutile nasconderlo. “Questa agenda digitale combina chiarezza di bilancio e prospettiva di crescita, per far dello stato un centro di produttività e non più un fardello da tirarsi dietro”. E’ con questi auspici che l’Italia si presenta alle prossime sfide internazionali.


Un mercato europeo delle telco

In Europa l’economia non va bene, in particolare la mancanza di lavoro per i giovani: 41% in Italia, maggiore in Grecia e Spagna, migliore negli altri Paesi ma comunque bassa. “Conosciamo davvero il rischio di avere giovani che non hanno motivo di creare famiglie? Tutti gli europei hanno questo problema: cerco quindi digital champions per affrontarlo”. Da qui parte Neelie Kroes per dare linee guida sul futuro. La crescita è on-line: internet crea 5 posti ogni 2 persi. Il 90% dei lavori richiederà competenze digitali, e l’Italia è agli ultimi posti.
“Abbiamo perso molti talenti ed idee che hanno lasciato l’Europa per la mancanza di ecosistema”, continua il Commissario. “L’elemento centrale è la banda larga, le telecom, che in ciascuna nazione si stanno muovendo con criteri nazionali invece di operare insieme. Non abbiamo più frontiere fisiche, ma nelle telco sì: non è folle?”
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E’ il momento di abbattere le barriere e di operare come un unico mercato. “E’ la nostra proposta per un Connected Continent: abbandonare il roaming, che non è sostenibile”.
L’Italia ha idee architetturali ma non sembra avere abbastanza competenze per realizzarle nei tempi. L’Europa ha bisogno di agire organicamente, e di questo la Kroes parlerà ai ministri e a Letta nelle prossime ore.

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