E-finance: timidi approcci degli istituti di credito

Quello del trading online è ancora un mercato piccolo e perdipiù controllato da un pugno di aziende. È quanto emerge da un’indagine condotta da Andersen e Ceradi.

Diffidenza verso il cambiamento e incertezza sulla profittabilità del canale sono alla base dell’approccio ancora troppo timido delle banche tradizionali verso l’e-banking. E’ quanto emerge dal primo rapporto presentato dall’Osservatorio per il monitoraggio dei servizi di e-finance, costituito dalla società di consulenza Andersen e dal Ceradi, l’istituto di ricerca della Luiss. L’indagine, condotta su un campione di 60 siti (che rappresentano l’85% degli accessi a operazioni di tipo dispositivo), ha evidenziato come nel trading online e nella vendita di prodotti di risparmio via Internet vi sia il dominio da un gruppo di 6 società, che di fatto muovono il 50% del mercato. Secondo la ricerca, inoltre, sono i siti creati dai nuovi operatori a fornire all’utente la gamma di prodotti più ampia, supportati da servizi di elevata qualità; le banche tradizionali, invece, hanno ancora una scarsa attenzione verso l’offerta di un servizio qualitativamente competitivo.
Il rapporto indica i migliori cinque siti per ogni settore: nel trading online sono Banca Sella, Imiweb, Intesa Trade, We@bank e Xelion. Per quanto riguarda l’home banking sono Banca Sella, Cariplo (Intesa Bci), Credem.it, Baanc@perta e We@bank.

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