E-book, soluzione al 4%

L’Iva ridotta anche online agevolerebbe un mercato con la scusa della valenza culturale. Ma probabilmente assimilerebbe qualsiasi contenuto digitale.

In Italia, i libri su carta hanno l’Iva al 4%. I software, come più o meno tutto il resto, al 20%. La convergenza al digitale sta creando un solido mercato di e-book, libri con software intorno.
Nonostante ci siano altre situazioni, l’Iva degli e-book venduti on-line è al 20%, perché lì il concetto di e-commerce vince sullo “status” di libro. C’è oggi chi chiede a gran voce un meccanismo che consenta di equiparare gli e-book ai libri cartacei, abbattendone l’Iva al 4%. Non è la prima volta: già ci sono state proposte, direttive europee non vincolanti e nebulosi recepimenti, che però non hanno cambiato nulla.
L’avvento dell’Ipad, il dispositivo polifunzionale di Apple, sta operando come forza di traino anche in questo settore. Gli effetti non sono solo positivi, ma anche collaterali: apparentemente la fantastica tavoletta sta fungendo anche come facilitatore di pirateria di ebook, come aveva (tra gli altri) previsto e quindi commentato il sito italiano Ipadevice.com.

Il giocattolo in edicola
Unire due sostanze diverse, ancorché con una preponderante, ha sempre molti effetti. Quando ero molto piccolo andavo in edicola solo per i fumetti. Per acquistare i giocattoli andavo al negozio. Erano due circuiti diversi. Ogni tanto alcuni fumetti allegavano giocherelli di vario tipo, robetta molto semplice che pesava qualche grammo in confronto a qualche etto della carta fumettistica. Un giorno andai in edicola e ci trovai camion, pupazzi ed altri oggetti nel loro plastico blister (che solo noi chiamiamo così): erano enormi, colorati, attraenti. Ed erano in edicola. Ero piccolo e non mi stupii più di tanto.
Qualche tempo dopo mi spiegarono che quella vendita era possibile attraverso un artificio. Ciascuna confezione comprendeva un giocattolone e un fumettino, una porcheria di poche pagine: in realtà l’acquirente prendeva il fumettino, poche pagine svariate migliaia di lire, che regalava il giocattolone. Centinaia di grammi di giocattolo e pochi grammi di carta.
Ora si vuole equiparare lo status delle varie istanze del libro, almeno dal punto di vista dell’Iva. Ovviamente sarebbe una cosa giusta, non v’è dubbio alcuno. La presenza di un po’ di software, sia esso di descrizione della pagina, di gestione del multimedia o dei quiz, o anche d’altro genere, non dovrebbe essere rilevante.

Effetti collaterali
Un’Iva agevolata drogherebbe il mercato, proprio come faceva Sherlock Holmes nel romanzo Soluzione al 7% di Nicholas Meyer. Più recentemente, e su altro medium, un altro drogato come il dottor House (che da Holmes discende direttamente, come esplicitato nell’episodio 23 della seconda stagione) deve molto del suo successo a scorciatoie simili.
Tornando ai libri, io penso agli effetti collaterali. Se passasse una regola del genere, chi impedirebbe di vendere un qualsiasi software come allegato di un libro, chiamandolo e-book? Già vedo le promozioni: Acquistate Mille splendidi soli, in regalo un software di fotoritocco! Oppure, in allegato a 300 di Frank Miller, un pacchetto di elaborazione statistica e matematica. E ancora, per chi ama il Polo e i suoi animali, La marcia dei pinguini con una bella distribuzione di Linux.
Ironico? No, realistico.
Ma si può andare oltre. Ciascun software ospita una qualche forma di help o manuale, che di fatto è un libro. E se discutiamo il confine tra libro e software, come potremo discutere quello tra manuale e libro? E quel che è vero per il software lo sarebbe per qualsiasi contenuto digitale, ovviamente purché accompagnato da qualche goccia di testo.

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