e-book: 573.000 scatole dimenticate nel cassetto

La storia dell’elettronica digitale ha corsi e ricorsi storici. Pare che sia arrivato il momento del lettore di e-book: proviamo a capire se è vero.

Due italiani hanno un’idea meravigliosa: un lettore di contenuti multimediali che si connette ad Internet. Cercano finanziamenti in Italia e non li trovano, perché la penisola glorifica navigatori delle acque e non del cyber. Allora vanno altrove: in Silicon Valley, ovviamente, dove frequentano, si propongono e trovano finanziamenti milionari per una start-up di successo.
Il pezzo forte del loro lettore è l’hardware, ma anche la sapiente scelta di software -driver e compatibilità- che permettono di avere se non tutto, gran parte del contenuto, prevedendo fin dall’inizio di fare una parte di contenuti a pagamento, filtrandoli con costrutto. Si avvicina Natale e il mondo prevede il successo commerciale dei dispositivi.
Sembra quasi l’attuale situazione intorno al mercato degli e-book reader, pronti ad entrare nella case degli italiani. In molti scommettono su vendite tra i 600 mila pezzi ed il milione di lettori per la sola Italia natalizia.
Invece la storia raccontata in apertura non è del 2010, ma del 1998. Non si parla di e-book reader, ma di Internet Tv, come si chiamarono i dispositivi che acchiappavano il Web in dial-up e lo modulavano su Tv analogiche, controllate da telecomandi appositi. Strano, vero? Il Natale del 1998 non vide che poche migliaia di scatole entrare nelle case degli italiani, i quali assistettero all’agonia dei prodotti sugli scaffali dei grandi negozi, scendere di prezzo della metà, poi della metà della metà, per poi essere ritirati dal commercio.
Potrei raccontare altre storie assolutamente identiche, ma oggi c’è un elemento nuovo: la presa di coscienza delle reti sociali.
In Italia c’è una piccola e media borghesia della Rete, composta da alcune centinaia di cyberintellettuali che insistono su un pubblico di poche migliaia di adepti. Nessuna colpa in ciò, ovviamente. Temo però che spesso le previsioni di vendita si basino principalmente sulle opinioni di questi trecento, che a loro volta orientano quelle degli altri tremila, più che sui 60 milioni circa di italiani: 600 mila pezzi a Natale vuol dire 1 italiano su 100. Trasecolo.

Il cassetto del lettore debole E’ ragionevole pensare che per vendere 600 mila pezzi si debba vendere l’oggetto a chi non lo userà mai. In Italia circa il 44% della popolazione non legge neanche un libro all’anno e non si capisce perché costoro ragionevolmente dovrebbero spendere anche solo 100 euro per un lettore-di-contenuti-che-non-uso.
Più ragionevolmente ci si rivolgerà ai lettori forti, che in Italia pare siano tra l’1 e il 2%, quindi diciamo 900 mila (a me sembrano comunque molti). Trascuro digitale terrestre e tablet: per vendere 600 mila e-book reader ai lettori forti, 2 su 3 dovrebbero acquistarne uno.
Ma non credo che questo Natale la percentuale elettronica dei lettori forti sarà superiore al 3%, quindi direi che più di 27 mila pezzi questa fascia non assorbirà.
Sono però certo che questi acquirenti apprezzeranno il reader, acquisteranno libri elettronici in gran quantità e li porteranno comodamente con sé, acquisendo in breve un risparmio economico e un enorme vantaggio di praticità.
Ma le mie sono solo chiacchiere. Prendiamo per buona la previsione marketing, fatta con ben altri argomenti: all’appello mancano 573.000 e-book reader, che -non potendo essere venduti ai lettori forti- saranno venduti ai lettori deboli.
E’ vero che ciò comporta una maggior voglia iniziale di leggere, per cui diciamo che complessivamente costoro compreranno 1 milione di libri. Ma è probabile che il trend non sarà confermato nel tempo e che i non lettori tali resteranno anche con l’acquisizione del mirabolante dispositivo digitale, che finirà in breve nel cassetto. E con lui, la vendita di e-book.

Confondere contenuto e lettore
Secondo me si sta distorcendo la realtà nel nome delle scatole da vendere. Il libro elettronico come forma di contenuto esiste da tempo, rappresenta una quota rilevante ma sommersa, non compete con il libro su carta ed è bloccata da lacci e lacciuoli legali.
Stiamo via via assistendo alla riscrittura del concetto di intermediazione d’informazione, con la nascita di nuove forme di comunicazione che progetti di vario genere stanno portando avanti, principalmente alla Ideo ma nel nostro piccolo italico anche grazie a La Vita Nòva.
Esistono svariati settori di nicchia o essenziali che potrebbero fare la fortuna degli e-book reader, anche sostituendo il computer portatile: notai, avvocati, ricercatori e studenti di ogni età. “Il mio libro di matematica pesa 18 kg”, ha twittato recentemente un nostro italico talento andato a studiare ad Oxford, Gran Bretagna.

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