Dopo l’avvento di Internet anche il gestionale cambia

Più aperti e sofisitcati i nuovi applicativi per le Pmi ora sono erogati anche in modalità Asp

Dada, Internet service Provider, e Delta Phi, software house specializzata in soluzioni gestionali per le Pmi (entrambi toscani), hanno annunciato uno sforzo congiunto per integrare all’interno dell’applicativo eSigla++ di Delta Phi, V-Disk, un servizio di storage virtuale sviluppato da Aziende.it, una business unit di Dada che si rivolge alle Pmi.
In pratica Dada mette a disposizione delle aziende lo spazio necessario per l’archiviazione e la gestione da remoto dei dati elaborati mediante eSigla++. L’accordo è fortemente rappresentativo dell’evoluzione dell’offerta che potrebbe essere proposta alle Pubbliche amministrazioni locali e alle medie imprese italiane nei prossimi anni. Oggi il settore del gestionale è fra i più ambiti, essendo in assoluto il più presente e variegato, ma forse, anche arretrato per la dotazione hardware e software, caso più unico che raro nel mondo.
La torta è decisamente gustosa e una forte tendenza a rendere l’offerta più complessa sta portando a un coinvolgimento di nuovi protagonisti come, appunto, gli Isp o i carrier telefonici. L’impressione che se ne ricava è che le software house tradizionali debbano adeguarsi velocemente per non rischiare di offrire soluzioni obsolete.

Un cliente difficile
In principio era il software gestionale che doveva risolvere i problemi della vita aziendale. Un applicativo, prevalentemente sviluppato su piattaforma Windows, che permettesse ai dipendenti della divisione amministrativa di un’azienda di gestire fatture, bolle, paghe e stipendi. Generalmente era una software house che realizzava una soluzione personalizzabile e modulare, in modo da garantire aggiornamenti e integrazioni. Un fatto che spesso vincolava il cliente a un unico fornitore per tutta la vita o quasi. In seguito è arrivata l’esigenza di collegare i computer di una stessa azienda tra loro e adesso di rendere possibile lo scambio automatico di dati tra l’azienda, i suoi fornitori e i suoi clienti. Le soluzioni applicative erano tante, una per ogni divisione dell’azienda, dalla produzione alla logistica, dall’amministrazione al marketing. Insomma, le esigenze sono cambiate in pochi anni, ma le resistenze di una tipica azienda del mercato Pmi sono rimaste pressoché le stesse: notevole diffidenza nei confronti degli operatori del settore It e poca voglia di investire in software, servizi e risorse umane competenti.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto Eito sullo stato di salute del mercato Itc, le Pmi – intese come le aziende con un numero di dipendenti non superiore a 499 – rappresentano, ora più che mai, il vero cavallo di battaglia per tentare di risalire la china. Certo, la diffidenza nei confronti del nostro settore e la poca voglia di investire rimangono ostacoli difficili da superare, ma allo stesso tempo le Pmi si trovano di fronte a nuovi scenari che non possono permettersi di trascurare.

Non chiamatelo ancora gestionale
Secondo Idc nel 2002 il mercato dei software Erp (Enterprise resource planning) per le piccole e medie imprese raggiungerà un fatturato di circa 530 milioni di euro, con un incremento del 24,7% rispetto al 2001. L’Erp, nato per coprire le esigenze complesse di grandi aziende, in versione “light” per adeguarsi alla dimensione e alle esigenze delle Pmi, prenderà il posto dei vecchi gestionali.
L’Enterprise resource planning è un sistema informativo che integra e gestisce tutte le applicazioni produttive e quelle a loro correlate (amministrazione, logistica e Crm) di un’intera azienda. I più evoluti, attraverso l’integrazione delle architetture di rete, consentono anche la gestione del b2b e del b2c.
I sistemi Erp girano su diverse piattaforme e sono basati su architettura client/server, integrano perfettamente applicativi e database e sono fortemente modulari anche con pacchetti sviluppati da diversi fornitori.
Quando si parla di produttori di Erp si pensa subito a colossi multinazionali come Baan, Jd Edwards, PeopleSoft e Sap, ma alle loro soluzioni oggi
si affiancano timidamente quelle delle aziende italiane più conosciute nel settore dei software gestionali.
Esa Software, con i suoi 300mila clienti e i 400 partner di canale, è certamente uno dei leader storici del nostro mercato. Daniele Ugolini, uno dei responsabili di progetto, ci illustra le diverse soluzioni della società riminese: «Attualmente le soluzioni Erp sono tre: Exploit, Metropolis e E/3. Tre soluzioni tecnologicamente diverse rivolte a tre tipologie di clientela. Exploit è un applicativo client-server di fascia alta, mentre Metropolis, disponibile anche per piattaforma Unix e Linux, si rivolge a settori particolari come la distribuzione e la Pubblica amministrazione; E/tre è invece rivolta alla media impresa».
Esa ha racchiuso la sua offerta sotto il nome “Il mondo di e” ed è stata sicuramente una delle prime aziende italiane del settore a rivederla per aggiornarla alle nuove esigenze. Exploit copre tutti i settori della gestione aziendale, dall’area contabile e finanziaria al controllo di gestione, dall’area commerciale al controllo di produzione ed è disponibile in tre diverse configurazioni: industria, commercio e amministrazione.
Le caratteristiche innovative della soluzione della software house riminese rispecchiano le attuali esigenze di una tipica Pmi. L’interfaccia client tramite la quale un agente può accedere al sistema, con il suo pc e un collegamento a Internet, è tipicamente Web based ed è stata adeguata allo standard Xml che, tra le altre cose, permette la corretta visualizzazione delle pagine Web con qualsiasi dispositivo. Molta rilevanza, inoltre, è stata data al modulo Crm per la gestione dei rapporti con il cliente, anche in fase pre e post vendita.
«In effetti c’è una lenta migrazione da sistema gestionale a Erp – prosegue Ugolini – con l’obiettivo di avere una gestione aziendale completa: anche le aziende con una ventina di dipendenti iniziano a sentire la necessità di avere a disposizione una soluzione che abbracci tutte le divisioni della loro attività».
L’impressione che abbiamo ci mostra Esa Software come un’azienda che intende proseguire nell’analisi strategica
dei trend di mercato, senza
necessariamente accelerare troppo i tempi.

Soluzioni in affitto
«Le soluzioni del “mondo di e” sfruttano un classico collegamento a Internet, ma stiamo studiando una evoluzione che utilizzi un collegamento wireless Gprs. Siamo, però, ancora in fase di studio dei prototipi. Tuttavia non abbiamo ancora una richiesta consistente di soluzioni wireless, e per questo preferiamo risolvere altre problematiche».
Nell’ottica dei nuovi scenari anche la formazione per i partner cambia: «Abbiamo sempre curato molto la formazione del canale e dei clienti che seguiamo direttamente e già da più di un anno insistiamo su temi fondamentali come il networking» dice Ugolini. Anche le soluzioni erogate da Application service provider stanno timidamente facendo capolino nell’offerta di Esa: un primo progetto in questo senso è stato realizzato per il portale artigiani.net.
La società riminese è già in grado di fornire su richiesta l’hardware, la connettività e le soluzioni per la sicurezza necessarie.
Se Esa, dall’alto della sua posizione di mercato, si muove con i piedi di piombo, Diamante e Artel si sono già coraggiosamente buttate nella nuova avventura caratterizzata dalla sigla Asp.
Dai circa 25 milioni di euro del 2000 ai 350 del 2003, questo dovrebbe essere il trend di crescita del mercato Asp secondo una recente analisi di Assintel-Fed, e il cliente più interessato risulta essere proprio la Pmi.
Affittando un applicativo e trasferendo i propri dati su un server remoto, il cliente evita di spendere cifre astronomiche per una ristrutturazione del software e paga esclusivamente per l’utilizzo del servizio. Ma per offrire un prodotto che si rispetti c’è bisogno di banda e di hardware, oltre che dell’applicativo, questo significa, come già detto, che il mercato si sta aprendo a nuovi protagonisti. Attualmente nessuno dei leader del settore ha stretto una partnership con un carrier telefonico o un Internet service provider, a parte il caso già menzionato tra Dada e Delta Phi. La tendenza generale è di lasciare a carico del cliente l’onere della scelta della migliore connessione e di pagare un fornitore di server per l’hosting.
Esempio: «I listini di Datamatic vengono aggiornati durante la notte in modo che i rivenditori della catena di negozi Wellcome la mattina trovino sui loro terminali i prezzi corretti – spiega Giuseppe D’Arrigo, responsabile commerciale di Diamante -. Nel caso di Datamatic l’applicativo non è nostro, noi affittiamo per conto del cliente lo spazio sulle macchine di Blixter, mentre per una catena di parrucchieri abbiamo sviluppato la soluzione Asp completa, d’altronde l’Asp già una realtà importante, circa il 50% delle Pmi nel Nord Europa sono passate a una soluzione Asp». Il cliente paga qualche centinaio di migliaia di lire al mese e non si deve preoccupare di malfunzionamenti e aggiornamenti, totalmente sotto il controllo di Diamante.
«Noi assorbiamo i costi legati all’uso di macchine di altri grazie alla filosofia da uno a molti. Inoltre i nostri 110 dealer possono concentrarsi su ciò che dà reale margine al servizio: personalizzazione del prodotto e supporto prevendita».

Rivenditori e anche consulenti
Anche Artel, azienda veneta con 10.000 clienti, 700 seguiti direttamente e 160 da rivenditori a valore aggiunto, si è buttata sul renting a distanza.
«In verità sono circa due anni che lavoriamo al renting software – dice Barbara Contino della divisione comunicazione e marketing di Artel -. Intelligo è una soluzione composta dal cuore gestionale Arca 2000 per Sql Server totalmente Web based e gestibile da un client leggero con un browser e un collegamento a Internet». Anche in questo caso la soluzione wireless è ancora lontana. Il core business di Arca è composto esclusivamente da Pmi con personale fino a cento dipendenti.
«Ai nostri clienti – prosegue Contino – proponiamo un contratto di fornitura servizio che permette l’utilizzo di un software modulare, già predisposto per sviluppare attività b2b e b2c». I rivenditori a valore aggiunto della società sono 160 divisi in tre fasce, Basic (circa 60), Advanced (85) e Premium (15). Molti di questi hanno competenze specifiche di networking e volendo possono accollarsi direttamente l’onere dell’hosting.
«Il nostro obiettivo è sempre quello di vendere la soluzione Arca e i nostri partner devono lavorare in quest’ottica pur in modo molto indipendente – prosegue Contino -. A loro offriamo corsi di aggiornamento per trasferirgli l’idea di diventare consulenti più che venditori. Abbiamo considerato sia l’idea di un accordo con un carrier telefonico, per fornire al nostro cliente anche l’accesso alla Rete, sia la possibilità di farci una server farm in casa. Nel primo caso non siamo stati soddisfatti dalle offerte perché non garantivano un servizio omogeneo in tutta Italia. Per quanto riguarda l’hosting abbiamo preferito sfruttare i servizi di Aonet in quanto l’investimento di una server farm interna avrebbe assorbito per molto tempo i margini di vendita della nostra soluzione Asp».

Gestionale Formula ovunque
A proposito del coinvolgimento di nuovi partner, è interessante riportare l’esempio del Gruppo Formula, la più nota azienda italiana di Erp. La società torinese ha annunciato Diap@son Wfa, una soluzione nata dalla partnership con Omnitel Vodafone, volta a garantire l’accesso al sistema informativo aziendale anytime e anywhere.
Anche in questo caso, grazie a un accordo con Aonet, è possibile utilizzare Diap@son in modalità Asp e un modulo specifico per il Crm è stato sviluppato grazie a un accordo con Update.com, importante operatore europeo del settore.
In effetti sotto il nome Diap@son si nascondono diverse declinazioni. Il modulo Corporate è stato aggiornato appositamente per venire incontro alle esigenze delle aziende quotate in Borsa.
Le nuove problematiche relative alla redazione del bilancio di un’azienda quotata, insieme a quelle legate all’adozione dell’euro, sono di grande interesse e spesso inducono un’azienda a rinnovare il proprio sistema gestionale.
Dunque, dopo 25 anni di esperienza nel settore del software per il controllo e la gestione dei processi produttivi, la società torinese dimostra, con un investimento di più di circa 5 milioni di euro, una reattività nell’adeguarsi ai nuovi scenari.

Innovazione ma poco Linux

Linux, invece, ancora non esiste, almeno tra le Pmi. A tutte le persone intervistate abbiamo chiesto se i loro clienti hanno manifestato l’esigenza di avere un sistema informativo sviluppato su piattaforma Linux. Ci hanno risposto tutti allo stesso modo: attualmente la piattaforma di riferimento continua a essere Windows ed è difficile che nei prossimi anni ci sia qualche cambiamento di scenario.
Nonostante tutto, però, Zucchetti, altro protagonista del mercato dei gestionali aziendali, ha integrato la sua soluzione Zucchetti We all’interno del sistema operativo Linux Red Hat. Una scelta coraggiosa da parte dell’azienda lodigiana, vedremo se e quando darà i primi frutti. Il mercato delle Pmi sta vivendo un importante processo di evoluzione che introduce nuovi protagonisti provenienti da altri mercati, l’offerta è cambiata e cambierà ancora nei prossimi mesi. L’esigenza di una soluzione informativa globale che abbracci tutti i comparti di un’azienda, tagliata su misura per le sue dimensioni, sempre disponibile 24 ore su 24 e attraverso diversi dispositivi, si farà sempre più concreta.
Le maggiori software house si sono già attrezzate, ora sta al canale dimostrare di non essere da meno, aggiornando
le proprie competenze per completare l’offerta con un servizio pre e post vendita
all’altezza della complessità delle nuove soluzioni.

Valerio Mariani

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