Dopo i videogame a chi tocca?

Le catene di negozi specializzati nella vendita di videogiochi sono in crisi. Ma dopo verrà il turno di qualcun’altro

11 marzo 2004 Sempre più spesso arrivano cattivi
segnali dalle catene specializzate in videogiochi. I rumors dicono che uno sta
per chiudere e che quell’altro chiede ai fornitori inaccettabili dilazioni di
pagamento che la dicono lunga sullo stato delle sue finanze.
Colpa di margini sempre più esigui e di un valore aggiunto che queste catene
non riescono più a dare. Nel momento in cui trovi le console in vendita a prezzi
stracciati nella grande distribuzione e i videogame anche nei supermercati,
resistere diventa molto difficile.


Il ragazzino non ha bisogno della consulenza per acquistare un titolo che
ormai può trovare ovunque. E allora arrivano le difficoltà e ci si accorge che
il meccanismo innescato dall’allargamento della distribuzione anche alla Gdo sta
producendo danni devastanti. Senza valore aggiunto, nel caso delle catene di
negozi di videogiochi molto difficile da dare, è dura resistere. Ma il problema
non è solo dei videogame. Non a caso una catena come Cdc ha lanciato i
cd pixel (i negozi specializzati nella fotografia digitale) e
si appresta a proporre altre certificazioni. Perché se non si riesce a competere
sul prezzo bisogna proporre qualcosa in più al cliente. Per esempio la
competenza.

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