Ditte individuali: entro il 30 giugno obbligo di registrare la propria Pec

Non manca molto all’ora “X”, ma le stime dicono che solo meno del 10% è già in regola. Secondo Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba, la realtà è un po’ diversa, grazie a commercialisti ed enti di categoria, che hanno un ruolo essenziale per chi non è in grado di gestire una Pec.

Si avvicina il 30 giugno, data entro la quale anche le
imprese di più piccole dimensioni e le ditte individuali devono dotarsi di un
indirizzo di posta elettronica certificata. Tuttavia, secondo gli ultimi dati
raccolti risulterebbe che solo il 9% dei 3 milioni di realtà “candidate”
sarebbe già in regola con le disposizioni normative.

Pur prevedendo un’impennata delle richieste nei giorni
immediatamente precedenti alla scadenza prevista, Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba, azienda che ha attive
oltre 2,7 milioni di caselle Pec, ritiene che la percentuale proposta sia un
dato sottostimato. “Questo perché
afferma Sordi – molte ditte individuali che
svolgono un’attività che non richiede necessariamente l’uso di un computer,
come può essere il caso di un imbianchino o un idraulico, si rivolgono a un intermediario
per la registrazione (e la gestione) di una Pec, per esempio un commercialista
o un ente di categoria. Questi tendono a raccogliere i dati di molteplici
nominativi e a concentrare le registrazioni negli ultimi giorni. Da ciò
discende che una serie di aziende potrebbe essere già in regola pur non avendo
ancora effettuato di persona la registrazione dell’indirizzo
”.

D’altro canto
sottolinea Sordi -, grazie anche alla
nostra offerta di Pec gratuita per un anno (la casella Premium), stiamo riscontrando
un numero molto elevato di registrazioni, il che mi porta a supporre che il
numero di imprese registrate sia decisamente superiore a quello stimato
”.

Sordi ricorda comunque come anche nel 2011, quando la legge
ha chiamato chiamate le aziende di più grandi dimensioni a dotarsi della posta
elettronica certificata, “si è avuta una
crescita esponenziale delle registrazioni negli ultimi 10 giorni. E questo ha
creato problemi ad alcuni gestori di posta certificata perché la richiesta fu
superiore alle loro capacità di gestione
”.

Paragonando di nuovo quanto accaduto due anni fa con la
situazione attuale, Sordi evidenzia un aspetto non da poco a favore della
consapevolezza da parte di chi deve dotarsi della Pec: la comunicazione. “Nel 2011 quando l’obbligo riguardò le grandi
società
– afferma Sordi – ci fu una
grande comunicazione, soprattutto da parte degli enti pubblici volti a
supportare e incentivare l’uso della posta elettronica certificata. Ora che la
Pec non è più una novità ha perso un po’ di appeal in termini di comunicazione
e quindi se ne sta parlando meno. E’ mancato un po’ di questo supporto. Aruba
ha perciò deciso di riportare l’argomento all’attenzione del grande pubblico
tramite una serie di spot televisivi
”.

Va infatti sottolineato che, indipendentemente dal fatto che
la si usi o meno, la Pec è comunque obbligatoria per legge. Per cui, chi a
partire dall’1 luglio ne fosse sprovvisto rischia una sanzione fino a 2.000
euro. “Ma soprattutto rischia di non
ricevere informazioni con valore legale
– precisa Sordi -. Se la Pa vuole comunicare una sentenza, una multa
o un contenzioso da luglio lo farà infatti tramite Pec e se non la si possiede si
rischia di perdere informazioni importanti a causa della mancata ricezione
”.

Proprio per questo motivo, chi non fosse in grado o non
sapesse come gestire una casella di posta certificata può demandare questa
attività a un commercialista. Va comunque ricordato che, come posta elettronica
“tradizionale”, anche la Pec può essere letta tramite smartphone e si possono
ricevere alert via Sms che indicano la presenza di nuovi messaggi.

Crediamo
nell’intermediazione
– sostiene Sordi – perché
è difficile raggiungere tutte le persone con un’adeguata comunicazione. In
questo senso, abbiamo avviato un programma specifico per gli intermediari. Tale
programma prevede anche strumenti che facilitano la gestione di numerose
caselle di Pec, perché ogni giorno è necessario verificare lo stato di ciascuna
di tali caselle ed eventualmente comunicare al proprietario la presenza di
nuovi messaggi
”.

Sordi tiene a precisare che l’obbligo di legge non sta
nell’attivare la casella ma nel registrare la casella Pec presso il registro
delle imprese per certificare chi è titolare della casella stessa. “Questo tipo di certificazione avviene
tramite la firma digitale
– conclude Sordi -. E ciò introduce un ulteriore livello di complessità perché le ditte
individuali per legge non sono tenute ad avere una firma digitale. Di nuovo, il
ricorso a un intermediario che disponga di firma digitale può aiutare a risolvere
il problema, semplificano e velocizzando il processo di certificazione. A riguardo preciso, che se si dispone di firma digitale, Aruba
permette di registrare direttamente la Pec
al Registro delle imprese”.

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